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CuneoEconomia

Cuneo resta la “Baviera d’Italia”: disoccupazione al 2,8%, export oltre gli 11 miliardi

Secondo il Rapporto Cuneo 2025, disoccupazione al minimo storico e PIL in crescita dell’1,7%. Esportazioni oltre gli 11 miliardi, traina l’alimentare.

Luca Vercellin

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CUNEO – Cuneo si conferma anche nel 2024 la “Baviera d’Italia”, con indicatori economici che svettano nel panorama regionale e nazionale. Il Rapporto Cuneo 2025, presentato alla Camera di Commercio, registra un tasso di disoccupazione in calo al 2,8%, uno dei più bassi in Italia, e un tasso di occupazione al 70,5%, in crescita di mezzo punto rispetto al 2023 e di +1,1% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia.

 Pil in crescita e export record

Il Pil provinciale è salito dell’1,7%, raggiungendo quota 23,4 miliardi di euro. A trainare l’economia cuneese sono state soprattutto le esportazioni, che hanno superato per la prima volta gli 11 miliardi di euro, registrando un +5,2% in controtendenza rispetto al Piemonte (-4,9%).

“La provincia di Cuneo da sola rappresenta il 18,5% dell’export piemontese e l’1,8% di quello italiano”, ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Luca Crosetto.
“Tuttavia, nel primo trimestre 2025 si sono visti segnali di rallentamento. Aspettiamo i dati del primo semestre per capire se è solo una flessione temporanea”.

 L’alimentare traina l’economia

A guidare la crescita c’è ancora l’industria alimentare e delle bevande, che da sola vale il 36,3% dell’export e cresce del 7,6%. Il settore è seguito da meccanica e chimica.

Export: UE in testa, Usa e Cina in crescita

Il 62% delle esportazioni cuneesi è diretto verso l’Unione Europea post-Brexit, con Francia e Germania in prima linea (rispettivamente -3,4% e +2,3%).
Tra i mercati extra UE spiccano gli Stati Uniti (6,2%, +3,5%) e la Cina (3,8%).

Imprese: meno numerose, ma più strutturate

Il numero totale delle imprese è in leggera diminuzione, ma crescono le società di capitali (16% del totale).

  • Imprenditoria femminile: 22,15% (sotto la media piemontese)

  • Imprese giovanili: 9,1% (sopra la media nazionale dell’8,2%)

  • Imprese straniere: 8,2% (contro una media piemontese del 12,8%)

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