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Confagricoltura Piemonte lancia l’allarme: il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria è di difficile attuazione

Per l’organizzazione degli agricoltori occorre rivedere le norme regionali prima che causino gravi conseguenze

Marco Lovisolo

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PIEMONTE – Disagio per molti agricoltori piemontesi in vista dell’applicazione delle nuove norme. In Piemonte tra pochi mesi entreranno pienamente in vigore alcuni adempimenti inseriti nel Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA), approvato nel dicembre scorso dal Consiglio regionale. Secondo Confagricoltura Piemonte, le norme previste comporteranno difficoltà applicative, sia di ordine tecnico sia gestionale per le aziende agricole, oltre ad essere in molti casi insostenibili economicamente: «Siamo in una situazione di incertezza insostenibile» – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – «le aziende esitano a mettere mano ad interventi strutturali dai costi elevatissimi, e in molti casi impossibili da sostenere, in attesa di quelle evoluzioni della normativa più volte sollecitate e mai introdotte».

Procedure complesse e tempistiche incompatibili

I provvedimenti che preoccupano l’organizzazione di settore sono, in particolare, la copertura degli stoccaggi per i reflui zootecnici e la Comunicazione preventiva di spandimento. “All’inizio del 2025” – si legge in una nota – “viste le complicazioni costruttive e i costi elevati delle coperture fisse, era stato avviato da parte della Regione uno studio, affidato all’Università di Torino, per valutare l’impiego di tecniche alternative per il contenimento delle emissioni dai cumuli di letami. Il progetto, pur avendo già fornito alcune interessanti indicazioni, necessita però di tempi relativamente lunghi (almeno un intero anno) per dare risultati significativi”. Tempistica che sarebbe incompatibile con quella dettata dal PRQA, specialmente se si considera la successiva fase di applicazione pratica nelle aziende. Anche la Comunicazione di spandimento dei reflui zootecnici, nella sua forma attuale, risulta per Confagricoltura “tanto complessa da gestire sia per l’Ente pubblico, sia per le aziende agricole, che la sua entrata in vigore è stata già più volte posticipata in attesa di modifiche che, però, ad oggi non sono ancora state elaborate”.

Garantire la continuità del settore in un momento di instabilità generale

Confagricoltura sottolinea che il settore agricolo, pur essendo classificato tra quelli che contribuiscono solo in maniera secondaria alle emissioni globali del Piemonte, con il Piano Stralcio dedicato è stato tra i primi a dare un tangibile contributo al miglioramento della qualità dell’aria: «Nel quadro globale di riduzione emissiva della nostra regione» – conclude Allasia – «occorre però bilanciare attentamente l’efficacia degli interventi con la loro sostenibilità economica, per non correre il rischio di danneggiare irreparabilmente uno dei settori produttivi trainanti del Piemonte anche se ciò dovesse andare a vantaggio di altri comparti. Infatti, nello scenario politico ed economico attuale, caratterizzato da forti elementi di instabilità, quali i dazi commerciali e i conflitti internazionali, la salvaguardia delle produzioni agricole e zootecniche locali non è solo più un fattore economico, ma anche strategico per l’intera nazione: occorre quindi mettere in atto tutte le azioni possibili per tutelarle e garantirne la continuità».

Una tale impostazione, secondo Confagricoltura, è condivisa dal Consiglio regionale stesso, “tanto che è in attesa di essere discussa una deliberazione che modificherebbe il PRQA introducendo sostanzialmente le linee di applicazione sopra descritte”.

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