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Sciopero in Piemonte dei lavoratori della vigilanza privata: salari più dignitosi

Oggi, le retribuzioni nella vigilanza privata figurano tra le più basse d’Italia.

Gabriele Farina

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TORINO – Le lavoratrici e i lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza del Piemonte sono scesi oggi in sciopero per rivendicare il rinnovo del contratto integrativo regionale del settore. La mobilitazione, proclamata da FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS UIL, arriva dopo anni di progressivo peggioramento delle condizioni lavorative e di una forte erosione dei salari.

Secondo i sindacati, le aziende del settore e le loro associazioni hanno dimostrato «arroganza e inaffidabilità», ritardando i rinnovi dei contratti nazionali e aggravando così la precarietà economica dei lavoratori. Oggi, le retribuzioni nella vigilanza privata figurano tra le più basse d’Italia.

«La questione salariale è l’emergenza del settore», sottolineano i sindacati. A questa si aggiungono altre criticità: la gestione dei rischi legati alla salute e sicurezza sul lavoro e la negazione di giusti riconoscimenti professionali.

Per ottenere risposte concrete, le organizzazioni sindacali hanno richiesto l’apertura immediata del negoziato per il contratto integrativo regionale. Tuttavia, le imprese piemontesi hanno rifiutato il confronto, giudicato «ingiustificato e irresponsabile» dai sindacati.

La protesta si concretizza con presidi diffusi davanti alle sedi delle aziende del settore e davanti alla Prefettura di Torino in piazza Castello.

Le sigle sindacali promettono che la mobilitazione continuerà fino a quando non saranno aperti tavoli concreti di negoziazione, con l’obiettivo di garantire salari equi e maggior tutela sul lavoro.

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