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Torino, detenuto trovato senza vita nella sua cella: la denuncia

Torino, detenuto di 50 anni trovato senza vita in cella. Sindacati denunciano carenze psicologiche e di personale nella Polizia Penitenziaria.

Chiara Scerba

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Carcere torino

TORINO – Tragedia nella notte alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, dove un detenuto di circa 50 anni è stato trovato senza vita nella sua cella. L’uomo si è tolto la vita utilizzando un cappio rudimentale, realizzato con materiale di fortuna e fissato allo spioncino della porta blindata.

L’allarme è scattato intorno all’1.15, quando un agente della Polizia Penitenziaria, durante un controllo di routine ha notato un’anomalia nella posizione del blindo della cella. Pur trovando lo spioncino bloccato, l’agente è riuscito ad aprire parzialmente la porta e trovando il detenuto privo di sensi.

Il personale penitenziario ha avviato le manovre di soccorso, in attesa dell’arrivo del 118. Ogni tentativo è sembrato però vano: alle 2:30 è stato comunicato il decesso.

“Operatori lasciati soli”

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) ha espresso solidarietà all’agente coinvolto nell’intervento a tutti gli operatori della struttura.

Secondo il segretario Vicente Santilli, l’episodio riporta al centro il tema delle carenze strutturali e della necessità di potenziare l’assistenza psicologica nelle carceri italiane:

“È urgente rafforzare il personale medico e psicologico specializzato e garantire supporto agli operatori, spesso costretti a ricoprire ruoli multipli: vigili del fuoco, infermieri, psicologi, mediatori culturali.”

Sul caso interviene anche l’Osapp, con il segretario generale Leo Beneduci, che esprime cordoglio e denuncia condizioni operative sempre più critiche: “Il dolore per l’ennesima vita persa non può impedirci di evidenziare la drammatica carenza di personale, mezzi e organizzazione. In queste condizioni alla Polizia Penitenziaria non viene messa nelle condizioni di svolgere pienamente le sue funzioni, inclusa la prevenzione dei suicidi”.

Secondo il sindacato, un rafforzamento organico degli operatori all’interno degli istituti rappresenta un intervento indispensabile per ridurre episodi come questo, che continuano a colpire detenuti e personale.

Dove e come chiedere aiuto

Un’efficace prevenzione del suicidio richiede che ognuno sia a conoscenza dei fattori di rischio del suicidio e sappia come gestirli.
Pensare che una persona cara, un familiare, un amico, un collega si possa suicidare, certamente spaventa e fa sentire impotenti. Quando si conosce una persona, tuttavia, siamo spesso in grado di dire quando è in crisi, perché siamo in grado di riconoscere il suo disagio.

Ci sono molti modi in cui si può supportare. Questo sito vuole aiutare sia chi sta pensando al suicidio sia a riconoscere quando qualcuno è a rischio di suicidio e capire le azioni che si possono intraprendere per aiutarlo.

Il suicidio è un rimedio definitivo ad un problema temporaneo. Un’altra soluzione è sempre possibile!
Il dialogo è la via più concreta per poter iniziare ad aiutare chi vede la vita come un peso.

Oltre al numero di emergenza 112, puoi provare a parlarne con Telefono Amico, tutti i giorni dalle 10 alle 24 al numero 02 2327 2327 o tramite la webcallTAI gratuita all’indirizzo www.telefonoamico.net.

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