Salute
Affrontare l’inverno: i consigli degli esperti per non perdere l’energia
Ascoltare i segnali del proprio corpo, adottare strategie preventive anziché aspettare di sentirsi esausti
Il passaggio dall’autunno all’inverno non è solo una questione di abbassamento delle temperature: rappresenta un cambiamento profondo nelle condizioni ambientali a cui il nostro organismo deve adattarsi. La riduzione delle ore di luce è forse il fattore più impattante. In inverno le giornate si accorciano drasticamente: si va al lavoro o a scuola quando è ancora buio e si torna a casa che il sole è già tramontato. Questa diminuzione dell’esposizione alla luce solare ha conseguenze biologiche misurabili sul nostro corpo.
La luce naturale regola il nostro ritmo circadiano, l’orologio biologico interno che controlla il ciclo sonno-veglia, la produzione ormonale, la temperatura corporea, il metabolismo. Quando la luce si riduce, aumenta la produzione di melatonina, l’ormone che induce il sonno, facendoci sentire sonnolenti e stanchi anche durante il giorno. Contemporaneamente si riduce la sintesi di serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore e del benessere, contribuendo a quella sensazione di malinconia e apatia che molti sperimentano in inverno. Non a caso esiste una condizione clinica riconosciuta chiamata SAD (Seasonal Affective Disorder, disturbo affettivo stagionale) che colpisce una percentuale significativa della popolazione nei mesi invernali.
Sul piano fisico, il corpo deve lavorare di più per mantenere la temperatura corporea in condizioni di freddo esterno. Questo richiede un dispendio energetico superiore che, se non adeguatamente compensato, può contribuire alla sensazione di affaticamento. Il sistema immunitario è più sollecitato: virus e batteri circolano maggiormente negli ambienti chiusi e riscaldati dove trascorriamo più tempo, aumentando il rischio di raffreddori, influenze e altre infezioni che ulteriormente ci debilitano.
Sintomi da non ignorare: quando il cambio di stagione pesa troppo
La stanchezza invernale si manifesta attraverso una costellazione di sintomi fisici, cognitivi ed emotivi che impattano significativamente sulla qualità della vita quotidiana. Riconoscere questi segnali è importante per distinguere tra un normale adattamento stagionale e una condizione che richiede interventi specifici.
Il sintomo più universale è la sensazione di fatica persistente che non migliora con il riposo. Ci si sveglia già stanchi, come se non si avesse dormito affatto, anche dopo 8-9 ore di sonno. Durante la giornata si avvertono cali energetici improvvisi, soprattutto nelle ore pomeridiane. Ogni attività, anche le più semplici, richiede uno sforzo sproporzionato. La motivazione a fare qualsiasi cosa cala drasticamente: andare in palestra, cucinare un pasto sano, uscire con gli amici sembrano imprese titaniche. Molte persone descrivono questa condizione come “sentirsi sempre in riserva”, senza mai le energie per fare ciò che vorrebbero.
Sul piano cognitivo, la concentrazione diventa problematica. Seguire una riunione di lavoro, leggere un documento, studiare diventano attività faticose che richiedono continue pause. La mente vaga continuamente, si fa fatica a mantenere il focus su un compito, si commettono errori per disattenzione. La memoria sembra meno efficiente: si dimenticano appuntamenti, commissioni, informazioni appena lette. I tempi di reazione sono rallentati. Questa “nebbia mentale” influenza negativamente produttività e performance lavorativa, creando ulteriore stress.
L’umore subisce alterazioni evidenti. Molte persone riferiscono di sentirsi più tristi, malinconiche, demotivate in inverno. L’entusiasmo per attività normalmente piacevoli diminuisce o scompare (anedonia). Si sviluppa irritabilità, nervosismo, minore tolleranza alle frustrazioni. Alcuni sperimentano vera e propria ansia: preoccupazioni eccessive, tensione costante, difficoltà a rilassarsi. Nei casi più severi, soprattutto in persone predisposte, possono comparire sintomi depressivi che richiedono attenzione clinica.
Sul piano fisico, oltre alla stanchezza, possono manifestarsi dolori muscolari e articolari più accentuati (il freddo e l’umidità peggiorano molte condizioni reumatiche), mal di testa frequenti, disturbi del sonno paradossali (si è stanchi ma non si riesce a dormire bene, o si dorme troppo senza sentirsi riposati), maggiore suscettibilità a infezioni. L’appetito può modificarsi: alcuni perdono interesse per il cibo, altri sviluppano voglia irrefrenabile di carboidrati e dolci (craving) come tentativo inconsapevole di aumentare la serotonina.
È importante sottolineare che questi sintomi, se lievi e transitori, rientrano nell’adattamento fisiologico al cambio di stagione. Tuttavia, quando sono intensi, persistenti, interferiscono con la vita quotidiana o peggiorano progressivamente, meritano attenzione e intervento. Non bisogna rassegnarsi a “passare l’inverno male”: esistono strategie efficaci per mantenere energia e benessere anche nei mesi più bui e freddi dell’anno. Un prodotto come CoCarnitin B12 può rappresentare un valido aiuto per chi sperimenta cali energetici significativi durante i mesi invernali, sempre nell’ambito di uno stile di vita sano e sotto consiglio di un professionista sanitario.
Strategie per conservare energia e vitalità: dall’alimentazione al movimento
Fortunatamente, esistono numerosi approcci scientificamente validati per contrastare gli effetti negativi del cambio di stagione e mantenere buoni livelli energetici durante l’inverno. Un approccio integrato che combina diverse strategie risulta più efficace di interventi isolati.
La gestione della luce è fondamentale. Cercare di esporsi alla luce naturale il più possibile: fare una passeggiata durante la pausa pranzo, posizionare la scrivania vicino a una finestra, tenere aperte tende e persiane durante il giorno. Nei casi di sintomatologia più intensa, la light therapy (terapia della luce) con lampade specifiche che emettono 10.000 lux può essere molto efficace: 20-30 minuti al mattino davanti a queste lampade aiutano a regolare i ritmi circadiani e migliorare l’umore. Sono disponibili anche sveglie simulatrici dell’alba che facilitano il risveglio nei mesi bui.
L’alimentazione invernale deve essere strategica. Privilegiare cibi che forniscono energia stabile: carboidrati complessi (cereali integrali, legumi) che rilasciano zuccheri gradualmente evitando picchi e cali glicemici; proteine di qualità a ogni pasto per sostenere la produzione di neurotrasmettitori; grassi buoni (olio extravergine, frutta secca, pesce azzurro ricco di omega-3). Vitamine del gruppo B sono essenziali per il metabolismo energetico: carne, pesce, uova, legumi, verdure a foglia verde. La vitamina C supporta il sistema immunitario: agrumi, kiwi, peperoni, broccoli. Ridurre zuccheri semplici e cibi ultraprocessati che danno energia immediata ma breve seguita da crollo.
In questo contesto, l’integrazione mirata può fornire un supporto prezioso. La Carnitina, in particolare, gioca un ruolo chiave nel metabolismo energetico cellulare: trasporta gli acidi grassi nei mitocondri dove vengono convertiti in energia. In combinazione con la vitamina B12, fondamentale per la produzione di energia e la funzione del sistema nervoso, può contribuire a contrastare la stanchezza e supportare le performance fisiche e mentali.
Anche la vitamina D dovrebbe essere monitorata, soprattutto in inverno. Molti medici consigliano un dosaggio ematico e, se necessario, una supplementazione per mantenere livelli ottimali. Altri nutrienti utili includono magnesio (antistress naturale, favorisce il sonno), zinco (sistema immunitario), ferro se c’è carenza (la stanchezza è il primo sintomo).
Il sonno di qualità è un altro aspetto fondamentale. Mantenere orari regolari anche nel weekend, creare una routine serale rilassante, tenere la camera fresca (paradossalmente si dorme meglio), evitare schermi luminosi almeno un’ora prima di coricarsi, limitare caffeina nel pomeriggio. Se ci sono difficoltà persistenti, valutare con un medico eventuali disturbi del sonno che richiedono trattamento.
Insomma, l’inverno non deve essere una stagione da sopportare ma può diventare un periodo vissuto con energia e serenità. Ascoltare i segnali del proprio corpo, adottare strategie preventive anziché aspettare di sentirsi esausti, combinare alimentazione equilibrata, movimento, luce, integrazione quando necessaria e cura del benessere psicologico crea le condizioni per affrontare anche i mesi più bui con vitalità. La natura ha i suoi cicli e noi facciamo parte di essa: rispettare questi ritmi adattandoci intelligentemente è la chiave per mantenere salute e benessere tutto l’anno.
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