Seguici su

AlessandriaCronacaTorinoVercelli

Tensioni, aggressioni e proteste in tre carceri piemontesi tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre: gli episodi a Vercelli, Torino e Alessandria

Per i sindacati autonomi di Polizia penitenziaria la situazione è «ormai insostenibile»

Marco Lovisolo

Pubblicato

il

Casa circondariale di Vercelli

PIEMONTE – Tensioni e rivolte nelle carceri piemontesi negli ultimi giorni.

Aggressione di un sovrintendente a Vercelli

Primo episodio in ordine di tempo, nella casa circondariale di Vercelli. Qui, nella mattinata dell’11 dicembre, un ristretto 26enne non voleva rientrare in cella dopo l’ora d’aria e ha sferrato un pugno a un sovrintendente della Polizia Penitenziaria. L’autore del gesto era già in isolamento per una aggressione precedente.

Il sovrintendente aveva tentato di instaurare un dialogo per riportare la situazione alla normalità, ma il tentativo di mediazione si è trasformato in pochi istanti in aggressione: il poliziotto è stato colpito con calci e pugni anche dopo essere caduto in terra. In seguito, è stato accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, da dove è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni.

Lo ha reso noto il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria Sappe. «La cosa grave è che l’agente è rimasto ferito mentre cercava di soddisfare le richieste del detenuto che pretendeva di parlare con l’addetto alla sorveglianza generale per essere trasferito in un altro carcere» – ha spiegato Vicente Santilli, segretario generale per il Piemonte – «Il detenuto ha colpito con due pugni al viso il vice sovrintendente che poi è caduto dopo aver subito anche un calcio violento».

Agente aggredito a Torino

Secondo episodio, giovedì 11 dicembre nel carcere di Torino: alle 15 circa, un detenuto ventenne, rientrato da un’udienza, ha aggredito un agente che, dopo essere stato colpito ripetutamente, ha riportato un forte trauma al naso e un grave infortunio al ginocchio sinistro con rottura del crociato. Trasportato d’urgenza dal 118 al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni, in attesa di intervento chirurgico. Il personale è dovuto intervenire con urgenza per fermare la furia aggressiva del detenuto, grazie all’intervento tempestivo di altri poliziotti. L’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria ha denunciato ancora una volta il sovrappopolamento del carcere di Torino e la crescente aggressività dei detenuti: «Non possiamo più continuare a lavorare in queste condizioni» ha sottolineato Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP – «Chiediamo con urgenza il potenziamento delle misure di sicurezza, il rafforzamento del personale e l’adozione di protocolli adeguati per garantire la sicurezza degli agenti e dei detenuti. La situazione è ormai insostenibile e siamo alla follia».

Tensione e aggressione di un detenuto ad Alessandria

Infine, ad Alessandria serata di tensione nella casa circondariale “Cantiello e Gaeta”, ancora giovedì. Secondo quanto segnalato ancora dal sindacato OSAPP, si è verificata una protesta collettiva da parte della popolazione detenuta, nata attorno all’orario di chiusura pomeridiana, previsto per le 18.

A innescare la tensione sarebbe stata la richiesta di cambio cella avanzata da due detenuti, padre e figlio, sistemati in celle diverse ma nella stessa sezione. Dopo il rifiuto, altri ristretti — in segno di solidarietà — avrebbero deciso di non rientrare nelle rispettive celle, dando così avvio alla protesta. La situazione è stata gestita efficacemente dalla Polizia Penitenziaria, con l’intervento anche di agenti richiamati in servizio. L’allarme è progressivamente rientrato e la situazione si è calmata del tutto in serata; tuttavia, il giorno dopo, 12 dicembre, si sono verificate ulteriori criticità. Infatti, circa quindici unità di Polizia Penitenziaria (anche in questo caso con richiami in servizio) sono dovute intervenire per un’aggressione subita da un detenuto. Questi non avrebbe partecipato alla protesta della sera precedente e quindi sarebbe stato malmenato da altri detenuti, ma non si escludono altre motivazioni.

Il segretario OSAPP Beneduci ha commentato parlando di un distretto Piemonte–Liguria–Valle d’Aosta «vero e proprio colabrodo, costellato di eventi critici quotidiani» e chiedendo un intervento immediato del ministro della Giustizia Carlo Nordio, con l’invio di ispettori ministeriali per verificare le condizioni di disagio in cui opererebbe il personale.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *