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Rilasciato l’imam Mohammed Shahin, le reazioni politiche

Il rilascio ha scatenato le reazioni, che sono ovviamente di diverso tenore a seconda dell’appartenenza politica di chi ha rilasciato le dichiarazioni

Gabriele Farina

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TORINO – L’imam Mohammed Shahin è stato rilasciato dalla questura di Caltanisetta con un permesso di soggiorno provvisorio ed avrebbe già lasciato il Cpr di Caltanisetta presumibilmente per tornare a Torino. Il rilascio è avvenuto dopo la sentenza emessa dalla Corte d’Appello.

Il rilascio ha scatenato le reazioni, che sono ovviamente di diverso tenore a seconda dell’appartenenza politica di chi ha rilasciato le dichiarazioni.

Le reazioni positive

“La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin dal CPR di Caltanissetta è immensa. E sappiamo di condividerla con tantissime e tantissimi torinesi che in queste settimane si sono mobilitati e che ringraziamo. La Corte d’appello di Torino ha accolto il riesame sulla convalida del suo trattenimento, rilevando che non sussistono elementi per affermare che sia un soggetto pericoloso, anzi che la difesa ha dimostrato ‘un concreto e attivo impegno del trattenuto in ordine alla salvaguardia dei valori su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano’. Il Tribunale sottolinea come elementi nuovi e degni di rilievo il fatto che il procedimento relativo alle frasi ‘incriminate’ sia stato immediatamente archiviato dalla Procura della Repubblica, perché quelle espressioni non configuravano estremi di reato, e i fatti relativi al blocco stradale del 17.5.2025 in cui la condotta di Shahin è stata pacifica e non pericolosa. Soprattutto, rileva che gli atti relativi a tali procedimenti non sono stati secretati, a differenza di quanto riportava la sentenza, sulla base di informazioni non chiare provenienti dal Ministero, su cui abbiamo provato a far luce. Se si fosse saputo prima che l’indagine era stata archiviata e che non c’era alcun atto secretato in Procura, oggi non parleremmo nemmeno di espulsione. È gravissimo che il Ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente e soffiando sul fuoco dell’islamofobia. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta. Ora il governo chieda scusa, cambi rotta e ritiri il decreto di espulsione: non si gioca con i diritti fondamentali delle persone”
Marco Grimaldi, Vicecapogruppo di AVS alla Camera
Alice Ravinale, Capogruppo di AVS in Regione Piemonte
Sara Diena ed Emanuele Busconi, consiglieri comunali di Torino di Sinistra Ecologista

“Il Movimento 5 Stelle è pronto ad accogliere Mohamed Shahin a Torino a braccia aperte. I giudici della Corte di Appello hanno deciso per la liberazione dal CRP di Caltanissetta, evidenziando come non sussistessero motivi di sicurezza tali da giustificare il trattenimento. La magistratura ha dovuto porre un argine all’arroganza di una politica che, in maniera sconsiderata e pericolosa, fa della repressione della libertà di parola il suo modus operandi. Oggi, finalmente, la giustizia ha trionfato”.
Alberto Unia, Consigliere regionale M5S Piemonte
Sarah Disabato, Capogruppo regionale M5S Piemonte
Pasquale Coluccio, Consigliere regionale M5S Piemonte

“Dalla Corte d’appello di Torino, che boccia la deportazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin nel Cpr di Caltanissetta, ci arriva una prima buona notizia. La macchinazione ai suoi danni, posta in essere dal Ministero degli interni e culminata – dopo 22 anni di residenza in Italia – con il decreto di espulsione del Ministro degli interni Piantedosi, subisce un duro colpo grazie alla magistratura torinese.
In questa giornata di festa voglio ricordare le tante prese di posizione a favore di Mohamed che si sono avute in città in queste settimane: dalle numerose e partecipate manifestazioni di solidarietà – l’ultima sabato scorso – alla presa di posizione di importanti esponenti delle diverse confessioni religiose.
Il tessuto democratico di Torino, la società civile torinese nelle sue diverse componenti si sono mostrate più forti dell’arroganza repressiva del governo Meloni. Bene! Nel salutare con gioia la scarcerazione e il ritorno di Mohamed, Rifondazione Comunista dice chiaramente che questo è un buon giorno per Mohamed Shahin, per la causa palestinese, per la città di Torino e per la democrazia nel nostro paese e che nello stesso tempo la partita non è finita: occorre continuare la mobilitazione per impedire che l’accanimento del governo, dopo questa battuta d’arresto, possa proseguire con la deportazione di Mohamed in Egitto”.
Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione Comunista

Le reazioni negative

“La decisione di non confermare il trattenimento in CPR dell’imam che aveva giustificato il 7 ottobre e il massacro di Hamas rappresenta un passo pericoloso verso la normalizzazione dell’odio e dell’intolleranza, proprio mentre nel mondo assistiamo a episodi inquietanti di antisemitismo. Una scelta che va completamente nella direzione sbagliata, lanciando un messaggio sociale molto pericoloso.
L’antisemitismo non è un’opinione, è un crimine d’odio che mina i valori fondamentali della nostra democrazia. Consentire interpretazioni ambigue e trattamenti giudiziari o politici che tendono alla giustificazione di frasi o comportamenti che negano violenze o incitano all’odio è un errore storico e morale. Occorre una condanna netta, chiara e senza ambiguità di qualsiasi forma di antisemitismo o giustificazione di atti violenti.
Le Istituzioni devono ribadire con fermezza che le parole hanno conseguenze, e che coloro che giustificano la violenza, la discriminazione o la negazione di diritti non possono trovare spazio nella comunità civica. Non possiamo permettere che la sottovalutazione dell’odio si insinui nelle nostre città. La libertà di espressione non copre la negazione della dignità altrui. Ogni altra ambiguità o indecisione sarebbe un cedimento inaccettabile di fronte a un’emergenza civica e umana”.
Roberto Ravello, vice-capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale.

“Chi ha letto le due ordinanze della corte d’appello di Torino sa che oggi ha smentito se stessa senza elementi di novità ma solo dando il via libera alla fratellanza mussulmana in Italia, su cui non proferisce parola. Peraltro su uno dei due procedimenti penali in cui risultava coinvolto anticipa un giudizio che dovrebbe invece essere normalmente l’esito di un processo. E’ un fatto inedito gravissimo che preoccupa tutti coloro che hanno a cuore lo stato di diritto molto di più evidentemente della magistratura stessa che pur la invoca. Per chi? Per dare sponda a chi ha manifestato per la liberazione dell’imam in maniera irresponsabile. D’altra parte è la stessa corte ancora una volta ad ammetterlo e questo purtroppo non c’entra nulla con il diritto che pur in prima istanza aveva tracciato. E’ un epilogo sconcertante che arriva proprio in un periodo dove il proselitismo pro Hamas sta mietendo vittime e ancor più lo sarà dopo una decisione che permetterà di tornare a capo di una moschea un personaggio ritenuto avente profili di pericolosità ben prima di questo ottobre tanto da negargli la cittadinanza. Peraltro, tutto ciò si svolge in una città, come Torino, che in questi mesi è stata protagonista di devastazioni, contestazioni, violenza inaudita da parte di attivisti di centri sociali e pro pal, che ancora una volta potranno ancor di più sentirsi legittimati. Siamo di fronte alla resa della giustizia ai danni dei cittadini senza alcun elemento di diritto apprezzabile, a fronte di una prima pronuncia da parte della stessa Corte d’appello. Ecco perchè vale la pena verificare maggiormente tutti i profili di questa vicenda. Noi andremo avanti”.
Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

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