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Da chicco a chicco: in Piemonte oltre 100 tonnellate di capsule riciclate e 100 mila pasti donati

Il progetto nasce nel 2011 e continua a portare grandi risultati e un forte impatto sia sociale, sia ambientale.

Chiara Scerba

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TORINO – Un gesto quotidiano come riciclare una capsula di caffè può trasformarsi in un aiuto concreto per migliaia di persone. Ecco cosa ci dimostra il progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso, che anche nel 2025 conferma il suo impatto positivo in Piemonte. I numeri di quest’anno ci raccontano una filiera virtuosa capace di unire sostenibilità ambientale e solidarietà sociale.

Nei primi dieci mesi dell’anno, in Piemonte sono state recuperate oltre 100 tonnellate di capsule di caffè in alluminio esauste, raccolte attraverso 21 punti attivi tra Boutique Nespresso e isole ecologiche partner. Da questo processo sono state rigenerate più di 60 tonnellate di caffè esausto, trasformate in compost, e circa 6 tonnellate di alluminio, avviate a nuova vita per diventare nuovi oggetti. Un esempio concreto di economia circolare applicata su scala regionale.

Il risultato più tangibile, però, resta quello sociale. Grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare, partner storico del progetto, nel 2025 sono stati donati 90 quintali di riso, equivalenti a circa 100.000 piatti. Gli aiuti hanno raggiunto 575 organizzazioni partner sul territorio piemontese – tra mense per i poveri, case famiglia, comunità per minori, centri di ascolto e unità di strada – sostenendo complessivamente circa 115.000 persone in difficoltà.

Il progetto “Da Chicco a Chicco” dimostra come il riciclo possa generare valore oltre l’ambiente e come la sensibilità a questi temi possa arrivare concretamente sulle tavole delle persone.

Ecco come:

Le capsule conferite dai clienti vengono trattate per separare i due materiali che le compongono: l’alluminio, riciclabile all’infinito, e il caffè esausto, che attraverso il compostaggio diventa una risorsa. Proprio dal compost nasce il riso che viene poi donato alle strutture caritative, chiudendo simbolicamente il cerchio tra consumo, recupero e solidarietà.

Le radici del progetto

Quella che oggi è una realtà consolidata nasce nel 2011 da una convenzione tra Nespresso, CIAL, Utilitalia e CIC. In oltre dieci anni il progetto è cresciuto, coinvolgendo sempre più territori e cittadini, e diventando uno dei casi più longevi e riconosciuti di economia circolare applicata al consumo quotidiano. La possibilità per i clienti di restituire le capsule esauste nelle Boutique, nella nuova sede torinese e nelle isole ecologiche partner ha permesso di trasformare un’abitudine diffusa in un’azione collettiva ad alto impatto.

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