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Quali sono gli oggetti più dimenticati sui taxi nel 2025

Ci sono borse, occhiali da sole e documenti, ma il più dimenticato è naturalmente lo smartphone

Gabriele Farina

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TORINO – Con la fine dell’anno, Freenow by Lyft (app che permette ai passeggeri di contattare direttamente il tassista fino a 7 giorni dopo il viaggio) accende i riflettori su uno degli aspetti più curiosi – e rivelatori – della mobilità urbana contemporanea. L’analisi annuale Lost & Found fotografa le abitudini dei passeggeri italiani attraverso ciò che resta sui sedili dei taxi: oggetti dimenticati che raccontano ritmi frenetici, distrazioni quotidiane e vite sempre in movimento.

Nel panorama europeo, l’Italia si colloca al quinto posto per numero di oggetti smarriti, con 1.040 segnalazioni registrate negli ultimi dodici mesi. Davanti al nostro Paese si posizionano Grecia, Spagna, Germania e Irlanda, in una classifica che riflette l’intensità degli spostamenti urbani e la crescente pressione tra lavoro, impegni personali e tempi sempre più compressi.

Lo smartphone su tutto

A dominare la classifica degli oggetti dimenticati è senza sorpresa lo smartphone, che da solo rappresenta oltre il 20% delle segnalazioni. Lo strumento più centrale nella vita quotidiana si conferma anche il più facile da lasciare sul sedile posteriore di un taxi, spesso al termine di una corsa frettolosa o di una giornata particolarmente intensa.

Seguono altri oggetti strettamente legati alla mobilità di tutti i giorni. Le borse incidono per oltre l’11% dei casi, mentre occhiali da sole e documenti rappresentano rispettivamente circa l’8% e il 6,5% delle dimenticanze. Non molto distanti anche cuffie e portafogli, compagni abituali di ogni spostamento urbano. Più contenute, ma comunque significative, le segnalazioni legate a occhiali da vista e cappelli, mentre le chiavi si attestano al decimo posto della classifica generale.

Accanto agli oggetti di uso quotidiano, però, il report restituisce anche uno spaccato più sorprendente. Tra le dimenticanze più insolite segnalate nel corso dell’anno compaiono infatti un ventilatore elettrico nero, un frullatore e persino un pezzo di mobile fai-da-te. Oggetti che trasformano i dati in racconto e suggeriscono traslochi improvvisati, acquisti dell’ultimo minuto o semplicemente giornate iniziate troppo presto e finite troppo tardi.

Un inventario curioso che, al di là del sorriso, racconta molto del nostro tempo: città attraversate di corsa, vite incastrate tra appuntamenti e la costante sensazione di dover essere sempre un passo avanti. Anche a costo di dimenticare qualcosa… sul taxi.

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