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Legambiente contesta il Circo Medini a Biella: gli animali non scelgono di esibirsi

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Legambiente Biella contesta la presenza del Circo Medini, circo con animali, in città. “Gli spettacoli circensi sanno regalare spettacoli straordinari e affascinanti, – scrive Legambiente – con fior di artisti impegnati in esercizi al limite delle possibilità umane, frutto di un durissimo e costante allenamento e di doti e caratteristiche atletiche davvero rare. E non solo gli artisti che si esibiscono meritano tutto il nostro plauso, ma anche il numeroso personale che assiste gli stessi e che svolge difficili compiti organizzativi e realizzativi inerenti le varie complesse strutture circensi.”

“Tanto “fascino e bellezza artistica”, – continua – poiché certo spesso di arte si tratta, viene però vanificata dalla presenza, tra l’altro sfacciatamente propagandata dai numerosissimi manifesti del circo Medini che hanno invaso la città, di animali quali otarie (!!!) e cammelli (dalle immagini riprodotte si tratta di rari esemplari appartenenti alla specie Camelus bactrianus, molto raro, confinato in natura soltanto nel deserto del Gobi…)”.

E ancora:

Ora Legambiente si domanda: che senso ha esibire ancora animali in un circo ?? (circhi che si badi bene, continuano a ricevere finanziamenti pubblici…). A livello di “spettacolo”, per i potenziali fruitori, nulla di questa vergognosa esibizione può essere più diseducativa, più insensata, più mortificante. Come giustamente sottolinea da sempre la LAV, la Lega Anti Vivisezione che a livello nazionale più di altre si è battuta per l’abolizione della presenza degli animali nei circhi, “…a differenza degli artisti, gli animali non scelgono di esibirsi, né di sfidare i loro limiti naturali, né di vivere in anguste gabbie”. Purtroppo percosse ed intimidazioni caratterizzano il cosiddetto ammaestramento degli animali prigionieri, in un calvario persistente che umilia per sempre le loro caratteristiche di animali “nati per essere liberi”.
Per fermare quelle che Legambiente ritiene, senza mezzi termini, delle disgustose barbarie, occorrono più azioni: non solo ulteriori iniziative di informazione e dissenso per far comprendere l’assurdità degli animali nel circo ma coraggiose scelte politico amministrative. La “nostra” classe politica, in un auspicabile “guizzo” di crescita etica e culturale, dovrebbe cassare i lacciuoli normativi che ancora permettono il perpetrarsi di tali crudeltà adottando, tout court, una legge nazionale e regolamenti comunali che vietino l’esposizione di animali prigionieri per mere finalità di spettacolo.

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