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Ambiente

Conclusa la prima fase di sterilizzazione delle nutrie a Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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Catturata attraverso le gabbie trappole, sterilizzata attraverso laparoscopia, e rilasciata dopo soli 120 minuti nelle acque del laghetto nella periferia torinese: con la sterilizzazione della nutria Millyq, si è conclusa positivamente la fase pilota del progetto di sterilizzazione e re-immissione delle nutrie nella città di Torino, che ha chiuso il lungo lavoro preparatorio fatto di monitoraggio, attraverso droni e volontari, censimento delle tre colonie sulle rive del Po e disposizione delle gabbie trappole.

Il progetto, che ripartirà in autunno, ha iniziato a prendere forma nello scorso inverno, dopo le proteste delle associazioni animaliste (OIPA, Ass. Alpha Dragonis, LAC, LAV, LEEIDA, Le Sfigatte, SOS GAIA, VivigliAnimali) nei confronti dell’atto provinciale che prevedeva l’abbattimento delle nutrie quale metodo di contenimento. La volontà comune di trovare strategie non cruente e maggiormente efficaci per gestire la fauna, sostenuta dall’assessore all’ambiente di Torino Alberto Unia e dal Garante regionale per i diritti animali Enrico Morricone, che si sono sempre interfacciati con la Consulta come interlocutore privilegiato, ha portato all’attuazione della proposta elaborata dal Centro Animali Non Convenzionali (CANC) della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, che ha proposto un progetto di sterilizzazione in laparoscopia direttamente sul posto grazie ad furgone attrezzato da clinica veterinaria mobile, che la Città Metropolitana ha accettato ed appoggiato.

https://www.youtube.com/watch?v=eWFFt7X8coE

“Tra le diverse metodologie per il contenimento delle nutrie la sterilizzazione è sicuramente la più efficace in vista sia di un più adeguato controllo degli esemplari sia per la tutela del loro benessere — spiegano Giuseppe Quaranta e Mitzy Mauthe Von Degerfeld, medici veterinari del CANC di Torino — La tecnica tramite laparoscopia, rapida e poco invasiva, non solo impedisce la proliferazione delle cucciolate, ma, permettendo agli esemplari di tornare rapidamente nel proprio territorio, lascia invariato il numero delle nutrie nella colonia, a differenza delle uccisioni che, richiamando nuovi esemplari, non fanno altro che riproporre il problema”.

“Siamo molto entusiasti per la chiusura positiva della fase pilota di questo progetto, fortemente voluto dalle associazioni animaliste e dalla città metropolitana di Torino – afferma Alessandro Piacenza, Vice-coordinatore nazionale delle guardie zoofile dell’OIPA e referente per il progetto della Consulta comunale delle associazioni animaliste – Oltre che scientificamente più efficace, la scelta di un metodo incruento per la gestione delle nutrie è un importantissimo passo in avanti per una maggiore tutela degli animali, e siamo pronti a mostrarne l’efficacia e proporla in altre realtà istituzionali”.

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