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Ambiente

Diario di Cinemambiente: la giornata di chiusura

Davide Mazzocco

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Tutti i premi e le menzioni di Cinemambiente 2012   

Speciale Cinemambiente 2012     

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Il bilancio. Anche quest’anno CinemAmbiente ha dimostrato la profonda volontà di rendere il momento del festival un’occasione d’incontro tra registi e operatori interessati al documentario ambientale. Sono stati circa 80 gli ospiti che hanno partecipato a questa 15esima edizione, tra registi e produttori, provenienti da tutto il mondo. Tra questi, da segnalare la presenza di alcuni direttori di festival green tra i più importanti al mondo, ribadendo il ruolo di capofila internazionale di CinemAmbiente nell’ambito del network dei festival ambientali.

Il pubblico è stato numeroso a tutte le proiezioni, riconfermando il crescente interesse verso temi legati all’ecologia e all’ambiente. La 15esima edizione di CinemAmbiente ha visto l’introduzione del biglietto a pagamento, novità che non ha determinato una flessione negli ingressi: gli spettatori sono stati in tutto circa 15.000, cifra di poco inferiore a quella dell’anno scorso.

“Sono molto felice per il successo di questa edizione – ha dichiarato Gaetano Capizzi, direttore CinemAmbiente, per la qualità dei film e per la visibilità sempre maggiore del festival che è diventato un punto di riferimento a livello internazionale per il cinema a tematica ambientale. Sono inoltre molto soddisfatto perché nonostante la piccola flessione dovuta all’introduzione del prezzo del biglietto, il pubblico di CinemAmbiente ha comunque partecipato con attenzione dimostrando che questo festival è un appuntamento importante per la città di Torino e non solo”.

Breathtaking. Il Canada continua a produrre amianto che vende all’estero. Un crimine contro il quale non si può più tacere. E infatti Kathleen Mullen al silenzio ha preferito la reazione: onorare la memoria di suo padre, morto di mesotelioma pleurico, con un documentario che indaga l’attività criminale della nazione nordamericana il cui governo finanzia annualmente una potente lobby che tenta, con ogni mezzo, di difendere l’industria dell’amianto. Mescolando reportage, foto di famiglia e filmini in Super 8 girati dal padre anni prima, Mullen pratica un esercizio tutt’altro che semplice: quello di unire l’indagine privata a quella universale.

I morti di Alos. Un paese fantasma, cancellato da una catastrofe ambientale, rivive nel racconto dell’unico sopravvissuto. Una Sardegna ancestrale colpita al cuore dalla modernità che passa su tutto e tutti come un rullo compressore, incurante della salute degli individui e di una cultura agropastorale vecchia di secoli. Rcconto di finzione in cui è tutto vero, Alos è paradigma dell’Italia ferita nella sua bellezza. Scandito da un dialetto incantatore e da immagini di struggente lirismo I morti di Alos è un mockumentary spiazzante e originale che avrebbe meritato sicuramente un riconoscimento da parte della giuria. Ma, siamo pronti a scommettere, i premi non gli mancheranno: ha gambe salde per andare ancora molto lontano.  

I lavoratori vanno ascoltati. L’Ilva di Taranto come emblema universale dell’oppressione della fabbrica sui lavoratori è il tema di questo interessante documentario di Christian Tito che sceglie come “voce narrante” la poesia di Luigi Di Ruscio, poeta della vita operaia scomparso nel 2011.

Alimentum. Negli ultimi sessant’anni l’alimentazione è stata rivoluzionata e con essa la cucina e le tradizioni, così come i modi di produrre, distribuire e vendere il cibo. Uno stravolgimento che negli ultimi decenni è diventato un problema ecologico e culturale, fra spostamenti paradossali delle merci e lenta erosione della memoria collettiva legata al cibo. Alimentum di Davide Colferai prova ad affrontare le questioni aperte confrontandosi con specialisti e contadini.

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