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Lo curavano per un linfoma, morì di malaria: otto medici delle Molinette accusati di omicidio colposo

Redazione Quotidiano Piemontese

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zanzara tigreUna zanzara arrivata dall’Africa nascosta in uno pneumatico ha iniziato tutto, i giudici scriveranno la parola fine di una vicenda tanto drammatica quanto peculiare. Novembre 2008: a seguito di un intervento chirurgico programmato da tempo, un ingegnere torinese della Goodyear manifesta febbre e tremori. I medici lo curano con semplici antibiotici, non potendo immaginare che una zanzara che ha viaggiato all’interno di un pneumatico abbia punto il paziente sul posto di lavoro, trasmettendogli la malaria. I farmaci non hanno però effetto e dal Koelliker l’uomo viene trasferito alle Molinette. I dottori cercano di capire quale sia la patologia che lo affligge, scartano prima la leucemia, poi un focolaio polmonare e a metà dicembre, asportando la milza, individuano una forma aggressiva di linfoma non Hodgkin di tipo T. L’ingegnere, nel frattempo, è in coma, da cui non si riprenderà più, morendo a 58 anni nel giugno 2010. Poche settimane prima della morte, però, un’amica di famiglia riconosce in lui i sintomi della malaria, per averla contratta anche lei durante un viaggio in Africa. I medici sono scettici, ma la diagnosi si scopre corretta. Il tempo però non gioca a loro favore ed il paziente non reagisce più alle cure. La famiglia denunciano quindi alla procura il primario di Ematologia Umberto Vitolo e altri 7 suoi colleghi con l’accusa di omicidio colposo per non aver richiesto in tempo utile una consulenza infettivologica. La procura ha chiesto ieri il rinvio a giudizio degli otto imputati, nonostante l’avvocato della difesa Aldo albanese, affermi che è stata confermata anche “la presenza del linfoma, oltre alla malaria. I sintomi erano corretti. I medici non hanno colpe”. Il 23 gennaio arriverà la sentenza.

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