Seguici su

CulturaSocietàTorino

Bordelli torinesi, il libro sulle case chiuse a Torino di Massimo Centini

Gabriele Farina

Pubblicato

il

Si chiama Bordelli torinesi – quando le case chiuse erano aperte ed il titolo esplica perfettamente quello che potete trovare nel libro di Massimo Centini per Editrice il Punto – Piemonte in bancarella.

Si tratta di un bel volume, molto attento e completo, che ci accompagna in un viaggio nel mondo della prostituzione a Torino. Un secolo di storia. Dall’editto Rattazzi del 1848 che legalizzò la prostituzione a Torino, fino naturalmente alla legge Merlin del 1958, che chiuse in maniera brutale una lunghissima storia.

Centini in realtà parte da molto più lontano e ci regala un viaggio molto più completo nella storia della prostituzione nei secoli, e anche questa parte è davvero interessante. Poi però si arriva al cuore della faccenda, a Torino, alle sue case chiuse.

E allora andiamo a scoprire quali erano, dove si trovavano, come si viveva al loro interno. Centini ci racconta le abitudini, i dettagli, sciorina tutta una serie di materiali d’epoca andati a scovare in cantine e magazzini. Testimonianze, racconti, curiosità.

C’è spazio per capire meglio quel mondo, come era visto dall’interno e come era visto dall’esterno. Abbiamo una parte dedicata alla storia delle case chiuse, una alla storia delle prostitute, una legata alle legislazioni ed una a Lombroso (che tra Torino e prostituzione finisce per trovare inevitabilmente spazio).

Come detto però il cuore è la storia e la localizzazione delle case chiuse torinesi.

A corredare il tutto una serie di box davvero curiosi e un appendice pieno di materiali (compreso ovviamente il testo integrale della Legge Merlin ed alcune lettere scritte dalle prostitute alla senatrice durante il lungo periodo di discussione).

Nota: dal libro è tratto il TurinRouge di cui vi abbiamo parlato alcune settimane fa.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese