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CronacaTorino

Bruno Segre è vivo e sta bene

La notizia errata della sua morte, dovuta a un caso di omonimia, stava circolando da qualche ora, ma è stata smentita dal figlio e da esponenti politici come Maria Grazia Sestero.

Redazione Quotidiano Piemontese

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TORINO – Bruno Segre, avvocato, giornalista ed ex partigiano di Torino, noto per il suo impegno in battaglie civili e per la difesa dell’antifascismo e della laicità, è vivo e si appresta a compiere 105 anni il 4 settembre.

La notizia errata della sua morte, dovuta a un caso di omonimia, stava circolando da qualche ora, ma è stata smentita dal figlio e da esponenti politici come Maria Grazia Sestero. e dal suo biografo Nico Ivaldi. L’aggiornamento è che Bruno Segre ha lasciato l’ospedale Carle di Cuneo è tornato a Torino.

In realtà, il decesso riguardava il filosofo e saggista Bruno Segre, noto per i suoi studi sulla persecuzione antiebraica in Italia e sulla Shoah, deceduto a 93 anni.

Anche Wikipedia ci è cascata e dei lettori hanno deciso di commentare direttamente la voce a lui dedicata con un: “Non capite. Bruno segre, quello della pagina, è vivo. Quello che purtroppo morto è nato nel 1930 a Lucerna. Possibile che non riusciate a leggere roba affidabile?” a cui i wikpediani hanno commentato trasformando la voce con “Bruno Segre (Torino, 4 settembre 1918) è un avvocato, giornalista, partigiano e prigioniero politico italiano.Il 22 agosto 2023, a causa di errori giornalistici, viene confusa la sua persona con quella di Bruno Segre (1930), un filosofo e saggista omonimo e anche lui esperto di cultura ebraica, che si era spento il gio prima. Un utente ha inavvertitamente confuso i due personaggi, e c’è da dire che l’avevano fatto anche parecchi giornali, intendo i professionisti dell’informazione”.

Biografia 

Dagli archivi della Resistenza e del ‘900: “Si laurea in legge il 15 giugno 1940, ma a causa delle leggi razziali non può esercitare la professione di avvocato e si mantiene dando lezioni private, compilando tesi di laurea e scrivendo articoli per periodici firmandosi con lo pseudonimo “Sicor”. Nel 1942 viene arrestato per disfattismo politico ed è detenuto per alcuni mesi nel carcere Le Nuove. Nel settembre del 1944 viene nuovamente arrestato e condotto alla caserma di Via Asti, sede dell’Ufficio politico investigativo della Gnr. Uscitone, si arruola col nome di battaglia “Elio” nelle formazioni partigiane Gl in Val Grana e partecipa alla liberazione di Caraglio.

Dopo la Liberazione lavora come cronista per “L’opinione” e per altre testate giornalistiche. Diviene procuratore e si distingue nella battaglia legale per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Segretario dell’Associazione torinese contro l’intolleranza e il razzismo, nel 1949 fonda “L’Incontro”, giornale impegnato nel campo della difesa dei diritti civili, contro il razzismo e l’antisemitismo, per il disarmo e la pace nel mondo. In quegli stessi anni aderisce al Partito socialista unitario, in seguito all’Unione socialista indipendente e infine al Partito socialista italiano.

Nel 1958 è rappresentante della provincia nel Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Ospedali Psichiatrici e manifesta sempre una forte spinta all’impegno nell’associazionismo laico seguendo tra le altre l’Associazione Nazionale Libero Pensiero “Giordano Bruno”, della quale è prima vice presidente e poi presidente dal 1996 al 2008. Si impegna inoltre come giornalista, militante e avvocato nella battaglia sul divorzio. Nel 1975 è inoltre eletto consigliere comunale di Torino come candidato del Psi”.

 

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