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A Dogliani il Festival della TV 2025: tre giorni per “Ritrovarsi” tra media, cultura e nuove sfide
Il tema scelto per questa edizione, è “Ritrovarsi”

DOGLIANI – Dal 2 al 5 maggio 2025 Dogliani, cuore pulsante delle Langhe e crocevia culturale d’eccellenza, è tornata ad animarsi con la XIII edizione del Festival della TV. Una manifestazione ormai iconica nel panorama italiano, capace di attrarre ogni anno migliaia di visitatori e di diventare un punto di riferimento per il dibattito sulla comunicazione, la società, la tecnologia e i media.
Viviamo in un’epoca segnata da mutamenti rapidissimi, trasformazioni continue che interessano ogni ambito della nostra vita: dalla politica alla scienza, dal lavoro alla cultura, fino ai linguaggi dell’informazione e dell’intrattenimento. Il Festival ha scelto di interrogarsi su questi cambiamenti e sulle nuove traiettorie che stanno ridisegnando il nostro presente e il nostro futuro.
Un format unico
Il Festival della TV è da sempre concepito come uno spazio fluido e trasversale, capace di mescolare registri diversi, ospiti eterogenei, esperienze professionali che provengono da mondi apparentemente distanti ma oggi sempre più interconnessi. La rassegna ha messo al centro il confronto, il dialogo e la narrazione, dando voce ai protagonisti dell’informazione, dell’editoria, del digitale, della scienza, dello spettacolo e della cultura.
Anche quest’anno Dogliani ha offerto il proprio centro storico come grande agorà pubblica, con palchi all’aperto, eventi nei teatri e incontri itineranti tra le piazze e i cortili del borgo. Un festival accessibile e aperto a tutti, dove giornalisti e scienziati, artisti e intellettuali, manager e divulgatori si sono messi a disposizione del pubblico per raccontare, spiegare, approfondire.
Un palinsesto ricco di nomi e temi
Il palinsesto 2025 ha presentato oltre 70 incontri con più di 100 ospiti. Un vero e proprio viaggio attraverso i grandi temi che definiscono l’epoca contemporanea: l’intelligenza artificiale e l’etica tecnologica, la sostenibilità ambientale, il futuro del lavoro, le nuove forme di narrazione seriale, la responsabilità dell’informazione, la geopolitica globale, il ruolo dell’Europa, il rapporto tra scienza e società, il ritorno dell’attivismo culturale.
Tra gli ospiti più attesi e acclamati: Luciana Littizzetto, che ha regalato un’intervista intensa e ironica sul ruolo della satira e del linguaggio popolare nella società contemporanea; Marco Travaglio, che ha offerto una riflessione puntuale sul giornalismo politico in tempi di post-verità; Chiara Valerio, che ha raccontato il potere delle storie nel costruire senso e umanità nell’era degli algoritmi.
E ancora: Nicolò Govoni, fondatore di Still I Rise, ha acceso i riflettori sulla condizione dei minori nei contesti di guerra; Piergiorgio Odifreddi ha sollecitato un dialogo necessario tra logica matematica e spirito critico; Francesca Mannocchi ha portato testimonianze dirette dai fronti dimenticati del mondo; mentre Valerio Lundini ha dimostrato come anche l’assurdo possa essere uno strumento di lettura efficace della realtà.
Tra Tv, streaming e nuovi media
Il Festival non ha mancato di riflettere sul proprio oggetto originario: la televisione. Ma oggi parlare di TV significa confrontarsi con un ecosistema in continua mutazione, dove il broadcasting tradizionale si intreccia con le piattaforme digitali, i social network e l’on demand.
Un’intera sezione della rassegna è stata dedicata alle serie italiane di successo, alla scrittura per il piccolo schermo e alla nuova grammatica dell’audiovisivo. Si è parlato di produzione originale, di impatto delle piattaforme globali, di scelte editoriali coraggiose e di sperimentazione narrativa.
In primo piano anche la questione della credibilità dell’informazione: come distinguere notizie verificate da fake news, quale ruolo hanno gli algoritmi nella costruzione delle nostre opinioni, come può il giornalismo mantenere una funzione critica in un mondo dominato dalla velocità e dalla frammentazione.
Un festival green e accessibile
L’edizione 2025 ha voluto rafforzare ulteriormente l’impegno verso la sostenibilità. Sono stati privilegiati materiali riciclati per gli allestimenti, mezzi elettrici per gli spostamenti dello staff e degli ospiti, e una comunicazione mirata a incentivare il turismo slow. Inoltre, molti incontri sono stati trasmessi in streaming per ampliare l’accessibilità, e una parte della programmazione è stata tradotta nella lingua dei segni italiana (LIS).
Dogliani si conferma così non solo luogo di dialogo e confronto, ma anche esempio concreto di come si possa organizzare un evento culturale capace di coniugare innovazione, partecipazione e rispetto per l’ambiente.
Il futuro è già qui
“Accelerazione”, dunque, non solo come chiave di lettura del presente, ma anche come invito ad agire. Il Festival della TV ha mostrato come la velocità del cambiamento possa essere accompagnata da riflessione critica, consapevolezza e visione. In un’epoca in cui tutto sembra correre senza tregua, Dogliani ha saputo ritagliarsi uno spazio per fermarsi, ascoltare, interrogarsi.
Per quattro giorni, il borgo piemontese è diventato un laboratorio aperto, un luogo in cui le idee si sono incontrate e scontrate, generando stimoli, intuizioni e nuove domande. E, forse, è proprio questa la sua vera forza: offrire un punto di osservazione privilegiato sul mondo, a partire da un piccolo paese immerso tra le colline, ma con lo sguardo sempre rivolto lontano.
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