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Cancellato il murales dedicato ad Emanuele Artom a Torino per un inconcepibile errore

Grave errore: coperto il murales di Artom a Torino. Politici e cittadini chiedono spiegazioni e il ripristino immediato dell’opera.

Gabriele Farina

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TORINO – Un incredibile errore. Una leggerezza inconcepibile ha cancellato il murales dedicato ad Emanuele Artom a Torino. Nei giorni scorsi la ditta che è impegnata a ridipingere il muro esterno della biblioteca civica Cesare Pavese di via Candiolo ha coperto anche il murales dedicato al partigiano e storico ebreo.

Ieri vi abbiamo anticipato quanto stava accadendo ed ora possiamo confermarvelo: si è trattato di un incredibile errore, sulle cui responsabilità i vertici politici e amministrativi del quartiere stanno indagando questa mattina. Gli improvvidi imbianchini sono stati fermati poco prima di completare la propria opera di distruzione ed ora il murales è coperto per più di metà. Ricorderete che occupava interamente entrambe le pareti d’angolo tra via Candiolo e via Artom.

Il murales prima di essere ricoperto (foto museotorino.it)

L’inaugurazione nel 2016

Il murales dedicato ad Emanuele Artom era stato realizzato nel 2016 da Andrea Gritti e Margherita Bobini ed inaugurato il 1° dicembre di quell’anno all’interno del “Festival del Pubblico Dominio”. Si era trattato di un’iniziativa realizzata dal Museo di Arte Urbana con il patrocinio della Circoscrizione 2, in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, la Comunità ebraica, il Comitato Mirafiori Borgata, la Fondazione Comunità di Mirafiori e lo storico Alberto Cavaglion.

Chi è Emanuele Artom

Nato a Torino da una colta famiglia ebraica, Emanuele Artom studiò al liceo Massimo d’Azeglio e si laureò in lettere nel 1937. Attivo nel circolo culturale ebraico torinese con il fratello Ennio, dopo la sua morte si dedicò agli studi e si avvicinò all’antifascismo, aderendo nel 1943 al Partito d’Azione. Dopo l’8 settembre si unì alla Resistenza come partigiano e Commissario Politico in Val Pellice e Val Germanasca, portando avanti una difficile ma instancabile attività politica e morale tra le formazioni di “Giustizia e Libertà”. Catturato il 25 marzo 1944 dalle SS italiane, fu torturato e umiliato. Morì il 7 aprile nelle Carceri Nuove di Torino per le sevizie subite. Il suo corpo non fu mai ritrovato.

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