Travolto da un tram a Torino, oggi rinasce con una mano bionica: la storia di Hamid Abdallah
Dopo l’amputazione della mano per un incidente a Torino, Hamid rinasce con una protesi bionica Zeus. Una storia vera di coraggio e rinascita
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TORINO – Il 14 settembre 2024 è una data che Hamid Abdallah non dimenticherà mai. Quella sera, in Corso San Maurizio, a Torino, un momento di disattenzione e il destino gli hanno strappato via la mano destra. Travolto dal tram 16, Hamid si è risvegliato al CTO, stordito e mutilato. «Ricordo pochissimo – racconta – solo il risveglio in ospedale e la consapevolezza che la mia mano non c’era più». Un trauma enorme, seguito da un ricovero lungo due mesi e dal riconoscimento di un’invalidità dell’85%. Ma non è la fine: è un nuovo inizio.
A 42 anni, originario del Ciad, Hamid non si è lasciato abbattere. Dopo una vita segnata da sfide – dalla fuga nel deserto, la traversata via Libia e l’arrivo in Italia nel 2007, fino al lavoro come mediatore culturale e giardiniere – ha scelto ancora una volta di rialzarsi. Lo ha fatto guardando avanti, e affidandosi alla tecnologia più avanzata nel campo delle protesi.
All’inizio del 2025, Hamid si è rivolto all’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino, centro di eccellenza per dispositivi protesici ad alta tecnologia. Qui, grazie al lavoro dello staff guidato dal direttore Roberto Ariagno, è stato dotato della mano bionica Zeus, un presidio di ultima generazione che coniuga forza, agilità e precisione. Il dispositivo offre ben 12 schemi di presa personalizzabili e può essere regolato tramite una app dedicata, permettendo a Hamid di adattare ogni movimento ai suoi progressi riabilitativi.
«È una tecnologia incredibile – afferma Hamid con un sorriso – riesco già a fare movimenti che pensavo impossibili. C’è ancora da lavorare, ma oggi sono davvero fiducioso. Non vedo l’ora di tornare a lavorare e ricostruire la mia quotidianità».
Il costo totale della protesi Zeus ammonta a 25.000 euro, una cifra coperta per circa il 70% dalla ASL di Torino e per il restante 30% direttamente dall’Officina Maria Adelaide. Un gesto di solidarietà che nasce dalla volontà di premiare il coraggio e l’impegno di Hamid, ma anche dalla convinzione che l’accesso alla tecnologia possa davvero trasformare la vita delle persone.
“La sua è una vera Odissea moderna – spiega Ariagno – e siamo orgogliosi di aver contribuito alla sua rinascita. La nostra missione è restituire autonomia e dignità alle persone. Con questa protesi, Hamid non solo ritroverà una funzionalità concreta, ma potrà tornare a essere parte attiva del mondo del lavoro”.
Oggi Hamid è un simbolo di resilienza, di integrazione possibile e di rinascita attraverso la scienza e la solidarietà. La mano bionica che ora lo accompagna è molto più di uno strumento: è la prova tangibile che, anche dopo un trauma devastante, ricominciare è possibile.
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