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A Torino prende vita “Doctrix”: undici donne che hanno fatto la storia dell’Università tornano a parlare

Nel Cortile del Rettorato dell’Università di Torino, un’installazione interattiva e immersiva accende i riflettori su figure femminili spesso dimenticate: dalla prima levatrice abilitata nel Settecento a Rita Levi Montalcini, passando per avvocate, partigiane e poetesse.

Gabriele Farina

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TORINO – Non è una mostra tradizionale né un semplice omaggio commemorativo. “Doctrix. Storie di donne sapienti e coraggiose”, inaugurata oggi nel Cortile del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino, è un’installazione interattiva multimediale che restituisce voce e volto a undici protagoniste femminili che hanno segnato, con coraggio e intelligenza, la storia dell’Ateneo e della società italiana.

Realizzata nell’ambito del progetto UniVerso e curata da Giulia Carluccio e Paola Novaria, la mostra è firmata dallo studio auroraMeccanica, specializzato in installazioni immersive. L’opera si sviluppa come un’evoluzione contemporanea della Galleria dei Dotti – che celebra tradizionalmente figure maschili –, ma si libera da ogni canone celebrativo per accogliere una narrazione fluida, sensibile e partecipativa.

Sette colonne digitali alte fino a quattro metri, composte da ledwall e immerse in luci e suoni, ospitano i ritratti di queste undici donne. Le immagini e le voci non si impongono, ma si attivano al tocco, invitando il visitatore a un’esperienza di prossimità, dove il contatto fisico si fa gesto simbolico: solo toccando, guardando, ascoltando, la memoria prende forma.

Donne oltre la storia

Le protagoniste di Doctrix attraversano i secoli e le discipline. Si parte da Santa Caterina d’Alessandria, patrona degli studenti, per arrivare fino al Novecento con figure come Fernanda Pivano e Maria Adriana Prolo. Tra loro ci sono Rosa Bonavia, prima levatrice abilitata nel Settecento a Torino; Maria Pellegrina Amoretti, antesignana della giurisprudenza femminile; Maria Velleda Farnè, prima laureata dell’Ateneo; Lidia Poët, pioniera dei diritti civili e prima avvocata d’Italia.

E ancora: Amalia Guglielminetti, poetessa ribelle della Belle Époque; Ada Prospero Gobetti, intellettuale e partigiana; Battistina Pizzardo, matematica e antifascista; Rita Levi Montalcini, simbolo mondiale della ricerca scientifica; Fernanda Pivano, ponte culturale tra Italia e America.

“Doctrix è al tempo stesso omaggio, riflessione e presa di coscienza – ha dichiarato la prorettrice Giulia Carluccio –. Un tributo necessario a chi ha attraversato e trasformato l’Università di Torino, arricchendola con il sapere, sfidando vincoli culturali, pregiudizi e ostacoli sociali”.

Un archivio emozionale

Il linguaggio scelto – immersivo, sensoriale, interattivo – è parte del messaggio. “Un organismo visivo e sensibile, lo definisce Carlo Riccobono di auroraMeccanica: le colonne digitali sono flussi di memoria che si attivano solo grazie al gesto del pubblico, che diventa attivatore di storie e scintilla narrativa”.

Queste “sculture digitali viventi” si pongono così in dialogo con i busti marmorei degli uomini illustri della Galleria storica, proponendo una nuova visione della memoria pubblica: non più statica, ma pulsante, accessibile, emozionale.

Un sapere che si fa plurale

A completare l’esperienza, presso la Galleria UniVerso, un video-racconto illustra le undici protagoniste attraverso i materiali dell’Archivio Storico dell’Università.

Con Doctrix, l’Università di Torino non solo recupera una memoria sommersa, ma lancia anche un messaggio forte e attuale: la conoscenza non è univoca, ma molteplice; il sapere non è neutro, ma attraversato da identità, scelte e battaglie. E soprattutto, la storia delle donne non è un capitolo a parte, ma parte integrante della nostra eredità culturale.

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