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Il Piemonte è la prima regione italiana a istituire un Osservatorio per la riduzione dei PFAS

Approvato in Consiglio regionale un emendamento alla legge Omnibus: nasce un organismo tecnico-scientifico per il monitoraggio e il contrasto delle sostanze perfluoroalchiliche nell’ambiente.

Gabriele Farina

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TORINO – Il Piemonte compie un passo decisivo nella lotta all’inquinamento da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), diventando la prima regione in Italia a istituire un Osservatorio tecnico-scientifico dedicato alla riduzione di queste sostanze nell’ambiente. L’annuncio arriva a seguito dell’approvazione, oggi in Consiglio regionale, di un emendamento alla legge Omnibus, che dà ufficialmente vita a questo nuovo organismo.

L’Osservatorio sarà composto da personale interno alla Regione e da esperti esterni che opereranno a titolo gratuito. Il suo compito sarà supportare l’attuazione dell’articolo 74 della legge regionale 25 del 2021, promuovendo una strategia organica per la riduzione della presenza dei PFAS, il monitoraggio del loro rilascio nell’ambiente e l’adozione di buone pratiche da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti.

«Nella nostra regione – ha commentato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – i due ambiti principali di intervento sono la gestione dell’acqua pubblica e il controllo degli scarichi ambientali. L’Osservatorio sarà un punto di riferimento per individuare soluzioni concrete e scientificamente fondate per fronteggiare questa emergenza ambientale».

Per garantire l’effettiva attuazione della normativa e, al contempo, evitare interruzioni nei servizi pubblici essenziali, il Consiglio regionale ha previsto un periodo transitorio di 36 mesi per consentire agli impianti coinvolti di adeguarsi ai nuovi limiti di scarico, particolarmente stringenti e cautelativi.

I PFAS, noti per la loro persistenza nell’ambiente e la difficoltà di smaltimento, sono stati negli ultimi anni al centro di un acceso dibattito a livello europeo e mondiale per i loro effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana e sull’ecosistema. L’iniziativa piemontese si inserisce in un contesto di crescente attenzione politica e scientifica sul tema e potrebbe rappresentare un modello per altre regioni italiane.

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