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CronacaTorino

Voci di paghe bassissime e dipendenti controllati nell’inchiesta sulla cooperativa Rear

Alcuni dipendenti di Rear hanno raccontato a Repubblica la loro esperienza

Sandro Marotta

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TORINO – Ci anche voci di irregolarità e sfruttamento del lavoro nell‘inchiesta sulla gestione economica e immobiliare della cooperativa Rear, che ha sede a Torino, e in cui sono indagate 8 persone. Il nome che ha fatto più scalpore tra gli indagati è il parlamentare del Partito Democratico Mauro Laus, accusato di malversazione e infedeltà patrimoniale. Con lui ci sono alcuni suoi collaboratori (Domenico Carretta e Maria Grazia Grippo) che facevano parte dell’amministrazione della Città di Torino. Gli illeciti contestati dalle indagini ruotano tutti attorno al pagamento dello stipendio da parte di Rear a Laus, Carretta e Gruppo, in giornate in cui non stavano lavorando per la cooperativa.

L’inchiesta della Guardia di Finanza è particolarmente grave non solo perchè coinvolge esponenti politici di primo piano del Comune a Torino, ma anche perché la cooperativa Rear gestisce la sorveglianza di diversi enti pubblici, tra cui l’Università di Torino e i musei civici di Firenze.

Oltre ai reati riguardanti i politici, alcuni lavoratori della cooperativa hanno spiegato a Repubblica che negli ultimi anni il clima era molto teso e i superiori controllavano in modo ossessivo i dipendenti. Di più: Rear aveva aggirato una soglia minima di salario stabilita dal contratto con l’Università di Torino con uno stratagemma, che consisteva nell’indennità universitaria. Il plus di pagamento che spettava ad ogni lavoratore che operava in ateneo però non era applicato sempre, erano esclusi i giorni di ferie, di malattia e di permesso. In questi giorni i lavoratori venivano pagati meno della soglia minima e così Rear risparmiava soldi.

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