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“L’ascensore nella roccia”: la Sacra di San Michele accessibile a tutti

Entro il 2026 la Sacra di San Michele sarà accessibile a tutti grazie a un nuovo ascensore, capolavoro di ingegneria e tutela del patrimonio.

Chiara Scerba

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Il progresso arriva anche per i grandi racconti. Da una spada ad un ascensore nella roccia, la storia si sviluppa sempre in positivo e questa volta trasforma la celebre destinazione piemontese in un luogo accessibile a chiunque.

La Sacra di San Michele, riconosciuta nel 1994 come Monumento Simbolo del Piemonte, si prepara quindi a vivere una trasformazione inclusiva ed epocale. Entro la primavera 2026, il complesso monumentale abbarbicato sul Monte Pirchiriano sarà pienamente accessibile anche ad anziani e persone con disabilità, grazie a un importante intervento strutturale promosso dalla Fondazione CRT e dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

Questo cambiamento rappresenta un passo decisivo per aprire il gioiello dell’architettura romanica a un pubblico più ampio, dagli escursionisti ai turisti, dalle famiglie alle persone con disabilità che ogni anno vorebbero questo affascinante balcone naturale sulla Valle di Susa.

Un progetto che cambia la storia della Sacra di San Michele

L’intervento, dal valore di 400.000 euro, rappresenta la più grande operazione mai realizzata per abbattere le barriere architettoniche nel complesso abbaziale.

Il cuore del progetto è la realizzazione di un nuovo ascensore interno, ricavato in una torre esistente grazie a uno scavo nella roccia di altissima precisione. Per far spazio all’impianto è stato necessario un impegnativo lavoro di taglio della roccia e rimozione di 55 metri cubi di materiale, un’operazione che unisce ingegneria moderna e tutela del patrimonio.

Il cantiere, avviato nel marzo 2025, coinvolge tre imprese specializzate e circa quindici operai qualificati, impegnati soprattutto nella zona del Monastero Vecchio.

Un bene del Piemonte che deve essere vissuto da tutti

Per la Fondazione CRT, questo intervento rappresenta un atto di responsabilità verso uno dei luoghi identitari più sentiti dai piemontesi.

“La Sacra di San Michele è un simbolo di identità e spiritualità che appartiene a tutti. Restituirle nuova accessibilità significa prendersi cura della nostra storia collettiva”, afferma Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT.

La presidente della Consulta, Licia Mattioli, sottolinea il valore simbolico e culturale dell’operazione:

“Stiamo lavorando da anni affinché la Sacra sia al centro di un percorso che la porti a una candidatura seriale Unesco. Oggi presentiamo un work in progress che migliorerà la fruibilità del monumento e lo renderà più vicino al pubblico”.

Dalla vetta del Monte Pirchiriano alla millenaria abbazia, ogni angolo del complesso sarà più semplice da raggiungere, trasformando l’esperienza di visita in un percorso inclusivo e soprattutto rispettoso del valore storico dell’edificio.

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