EconomiaTorino
Italdesign passa al gruppo UST, un altro pezzo di Piemonte finisce in India
L’acquisizione di Italdesign da parte di UST segna l’ennesima tappa nel percorso di crescente internazionalizzazione dell’industria automobilistica italiana
TORINO – Dopo Pininfarina e il recente accordo tra Iveco e Tata Motors, un nuovo pezzo storico dell’automotive italiano entra nell’orbita di capitali indiani. Italdesign, la società fondata da Giorgetto Giugiaro e punto di riferimento mondiale nel car design, passa infatti sotto il controllo di UST, gruppo californiano a capitale indiano, che ha rilevato da Audi la maggioranza dell’azienda. A confermarlo è la stessa multinazionale sul proprio sito. Automobili Lamborghini manterrà comunque una quota all’interno della società.
L’operazione: “Un nuovo capitolo insieme”
Per UST si tratta di un ingresso in grande stile nel mondo del design automobilistico europeo. Krishna Sudheendra, amministratore delegato del gruppo, ha definito l’accordo come l’inizio di “un nuovo capitolo insieme”, sottolineando la portata globale dell’eredità di Italdesign.
“Italdesign ha plasmato il modo in cui il mondo vive la mobilità. Il nostro ruolo è sostenere la sua visione, onorarne l’eredità e portare nuove capacità che aiutino il team a crescere ulteriormente” ha dichiarato Sudheendra, aggiungendo che la collaborazione con Audi Group sarà centrale per costruire “ciò che verrà”.
Crescita e nuovi mercati: la strategia di Italdesign
Ottimista anche Antonio Casu, amministratore delegato di Italdesign, che vede nella partnership un trampolino verso un’espansione più rapida e diversificata.
“Questa partnership porterà benefici a tutte le parti coinvolte” afferma Casu. “Consentirà a Italdesign di accelerare l’espansione del proprio portafoglio in nuovi mercati e di ottenere una penetrazione internazionale più profonda. Puntiamo a diventare il primo integratore globale hardware e software, nell’automotive e in altri settori hi-tech”.
Una trasformazione ambiziosa, che punta a riposizionare l’azienda come protagonista anche oltre il tradizionale campo del design automobilistico.
Le preoccupazioni dei sindacati
Accanto all’entusiasmo delle aziende coinvolte, arrivano però le prime reazioni critiche. La Fiom torinese, attraverso le parole del segretario Gianni Mannori, esprime forte preoccupazione per il futuro degli stabilimenti e delle professionalità interne.
“La telenovela sulla cessione si è conclusa, ma restano molte incognite” commenta Mannori. “L’unico elemento positivo sono le rassicurazioni sulla salvaguardia occupazionale per quattro anni e sulla volontà di non chiudere sedi. Ma servono dettagli concreti”.
La Fiom sottolinea inoltre come l’incertezza degli ultimi mesi abbia già portato alle dimissioni di decine di ingegneri di altissimo profilo, un segnale considerato preoccupante per la tenuta delle competenze che hanno reso Italdesign un’eccellenza mondiale.
Mannori non risparmia critiche alle istituzioni regionali e nazionali, accusate di totale assenza in un passaggio considerato strategico:
“È un’altra occasione persa. Speriamo non porti conseguenze negative, ma se dovessero esserci sapremo a chi attribuire la responsabilità”.
Un’eredità da preservare
L’acquisizione di Italdesign da parte di UST segna l’ennesima tappa nel percorso di crescente internazionalizzazione dell’industria automobilistica italiana. Se da un lato apre scenari di crescita globale e innovazione tecnologica, dall’altro alimenta timori per il mantenimento delle competenze e dell’identità industriale del territorio.
Il “nuovo capitolo” è appena iniziato. A determinarne il successo saranno la capacità di conciliare investimenti e tutela dei lavoratori, e il ruolo — finora ritenuto insufficiente — delle istituzioni nel vigilare su uno dei marchi più iconici del design italiano.
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