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La Giunta di Torino approva il nuovo Piano regolatore, ora passerà per il Consiglio comunale: ecco cosa c’è dentro
Natura, manifestazioni, turismo, cultura, trasporti, secondo il sindaco Stefano Lo Russo

TORINO – La giunta comunale di Torino ha approvato il progetto preliminare del nuovo Piano Regolatore Generale, cioè il documento che regola il numero, la posizione e l’utilizzo degli spazi di una città.
Dopo 30 anni (il Piano attualmente in vigore fu adottato nel 1991 e approvato nel 1995, redatto da Augusto Cagnardi e Vittorio Gregotti) Torino fa un altro passo verso un nuovo Prg, che ora dovrà passare al vaglio delle commissioni consiliari per la presentazione e la discussione e poi al voto dell’aula del Consiglio Comunale (dove arriverà presumibilmente nel mese di febbraio). Una volta adottato, il Piano sarà pubblicato per la raccolta delle osservazioni di cittadini e portatori di interesse e successivamente sarà avviata la conferenza di copianificazione per la valutazione da parte degli enti sovraordinati. L’iter si concluderà con l’approvazione finale del progetto definitivo.
“È la mappa che traduce la nostra idea di futuro in scelte concrete – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – a partire dalla rigenerazione del patrimonio urbano esistente, dalla riattivazione delle aree dismesse e dalla valorizzazione degli spazi già costruiti, rafforzando connessioni e servizi, progettando spazi pubblici inclusivi e infrastrutture efficienti. Quello approvato oggi è un progetto collettivo, nato da un percorso condiviso con cittadini, istituzioni, imprese e comunità locali, che mette al centro prossimità, innovazione e ambiente come leve trasversali di sviluppo. Un Piano che guarda alla città come a un sistema integrato di connessioni fisiche e digitali: reti di mobilità, infrastrutture ferroviarie e stradali, reti tecnologiche e servizi digitali come fattori essenziali di competitività, inclusione e qualità urbana. In questo quadro, le reti del trasporto pubblico locale sono funzioni abilitanti della trasformazione della città: la Linea 2 della metropolitana, insieme al sistema ferroviario metropolitano e alle linee tranviarie in sede propria, struttura le scelte urbanistiche, orienta le densità e rafforza l’accessibilità dei quartieri. La Torino del futuro che abbiamo in mente consolida il suo ruolo di città universitaria, di ricerca e di produzione avanzata, salvaguardando e potenziando la sua storica vocazione manifatturiera, che evolve verso modelli ad alto valore aggiunto, sostenibili e fortemente integrati con l’innovazione tecnologica. Poli accademici, distretti dell’innovazione, hub creativi e nuove economie locali dialogano con un sistema produttivo che resta centrale nell’identità e nello sviluppo della città”.
Quali sono le priorità disegnate dal Piano? “La cultura e il turismo – risponde Lo Russo – il Piano riconosce il patrimonio storico, museale, architettonico e paesaggistico come una vera infrastruttura urbana, capace di generare valore economico, attrattività internazionale e coesione sociale. Eventi, istituzioni culturali, spazi creativi e una rete di accoglienza diffusa e accessibile rafforzano l’identità di Torino come città europea della cultura, del turismo sostenibile e della qualità dell’esperienza urbana. La natura entra nella struttura urbana come infrastruttura essenziale: fiumi, collina, parchi e corridoi ecologici formano un sistema integrato per la salute, il benessere e la resilienza climatica. Torino è inoltre il cuore della sua area metropolitana e, insieme ai Comuni vicini, condivide infrastrutture e opportunità, costruendo un sistema urbano interconnesso, aperto e competitivo su scala europea”.
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