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Dopo 12 anni chiude Soul Kitchen, il ristorante che ha cambiato il modo di mangiare vegetale a Torino

Si chiude una grande avventura enogastronomica durata 12 anni

Gabriele Farina

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TORINO – Dopo dodici anni di attività, ricerca e impegno culturale, il ristorante torinese Soul Kitchen chiuderà definitivamente le sue porte il 31 dicembre, in occasione dell’ultimo cenone di Capodanno. La decisione è stata annunciata dallo chef e fondatore Luca Andrè, che nel 2013 aveva dato vita a un progetto destinato a lasciare un segno profondo nel panorama gastronomico italiano.

Nato come laboratorio creativo prima ancora che come semplice ristorante, Soul Kitchen è stato uno dei primi luoghi in Italia a portare la cucina vegetale a un livello gastronomico maturo, consapevole e fortemente identitario. In anni in cui il plant-based era spesso relegato a scelta di nicchia o a proposta alternativa, il locale torinese ha contribuito a cambiarne radicalmente la percezione, dimostrando che una cucina “altra” poteva essere complessa, colta e capace di parlare a un pubblico ampio.

Andrè spiega che i conti sono in ordine, i dipendenti sempre pagati e non c’è una crisi economica che lo abbia spinto alla decisione. Si tratta invece di una scelta di vita, un cambiamento di rotta che lo porterà (con modalità ancora da immaginare) probabilmente lontano da Torino.

Con la sua chiusura, Torino perde uno dei suoi indirizzi più riconoscibili sul piano culturale, prima ancora che gastronomico. Soul Kitchen è stato un luogo capace di attirare curiosi, appassionati e colleghi, di generare confronto e talvolta divisione, ma senza mai passare inosservato. In una città che negli ultimi anni ha cercato di reinventarsi anche attraverso il cibo, ha rappresentato una delle esperienze più radicali e coraggiose.

Il 31 dicembre non segnerà soltanto la fine di un servizio, ma la chiusura simbolica di una stagione: quella in cui una visione alternativa della cucina ha trovato spazio grazie alla determinazione di chi ha creduto che il cambiamento potesse partire anche da un tavolo apparecchiato. L’ultimo cenone di Capodanno diventa così un commiato collettivo, un saluto a un luogo che ha insegnato a molti a guardare il piatto – e forse anche il mondo – da una prospettiva diversa.

Perchè chiude Soul Kitchen

 

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