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Il Regno Unito rientra nel programma Erasmus+: stamattina l’accordo UE e GB.
Il Regno Unito contribuirà con circa 570 milioni di sterline per il 2027, concordato però uno sconto sui costi previsti dagli accordi commerciali post-Brexit.

EUROPA – Dopo anni di distacco seguiti alla Brexit, Unione Europea e Regno Unito riaprono un canale di collaborazione concreta, mettendo al centro studenti e il loro futuro. Dal gennaio 2027 il Regno Unito tornerà ufficialmente a partecipare al programma Erasmus+, segnando uno dei primi risultati tangibili del nuovo corso nei rapporti tra Londra e Bruxelles.
Il governo guidato da Keir Starmer ha confermato che il Regno Unito contribuirà con circa 570 milioni di sterline per l’anno accademico 2027/2028, ottenendo però uno sconto del 30% rispetto ai costi previsti dagli accordi commerciali post-Brexit.
Un rientro ponderato, che lascia aperta la porta a un’estensione futura del programma. Entriamo adesso nel vivo degli accordi e delle future evoluzioni.
Erasmus+ come simbolo di un’Europa che resta unita
Il ritorno britannico nel progetto Erasmus+ non è solo una scelta tecnica, ma un messaggio politico e culturale forte. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di un’opportunità che apre la strada a “nuove esperienze condivise e amicizie durature” tra i giovani europei. Parole che trovano eco anche nelle dichiarazioni dell’ambasciatore UE nel Regno Unito, Pedro Serrano, secondo cui Erasmus crea “opportunità reali” e rafforza le società su entrambe le sponde della Manica.
Un concetto ribadito anche dal commissario europeo per il commercio Maroš Šefčovič, che ha sottolineato come il rientro in Erasmus rafforzi i legami diretti tra le persone, andando oltre la dimensione istituzionale e diplomatica.
Per territori come il Piemonte, da sempre legati ai programmi di mobilità europea e alla cooperazione universitaria, Erasmus+ resta uno strumento fondamentale di crescita culturale e apertura internazionale, oltre che un’occasione unica per i giovani e le giovani interessati per allagare le proprie vedute.
C’è di più: si parla anche di energia e cooperazione strategica
Il disgelo tra UE e Regno Unito non si ferma agli scambi. Bruxelles e Londra hanno infatti concordato di avviare negoziati per un possibile rientro del Regno Unito nel mercato interno europeo dell’elettricità. Un passaggio che potrebbe tradursi in bollette più basse per famiglie e imprese e in maggiori investimenti nelle energie rinnovabili, soprattutto nel Mare del Nord.
Un ulteriore segnale che la cooperazione conviene a entrambe le parti, soprattutto in una fase storica segnata da transizione energetica e instabilità geopolitica.
Il ritorno del Regno Unito in Erasmus dimostra che i confini politici non devono necessariamente diventare barriere culturali. Anche fuori dall’Unione, è possibile costruire partnership basate su valori condivisi, investendo sui giovani e sul dialogo. Tutelare progetti come Erasmus+ significa difendere un’idea di presente aperto, in cui il confronto e la conoscenza restano i pilastri della coesione europea e della democrazia stessa.
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