SocietàTorino
Askatasuna, Lo Russo in Aula: “Abbiamo tentato il dialogo fino in fondo. Il vero fallimento sarebbe stato non provarci”
Guardando al futuro di corso Regina 47, il Sindaco ha confermato la volontà dell’Amministrazione di mantenere nell’area uno spazio a vocazione sociale pubblica, aperto al quartiere

TORINO – Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è intervenuto in Aula per fare chiarezza sugli eventi che hanno portato allo sgombero e alla chiusura dell’immobile di corso Regina Margherita 47, storica sede del centro sociale Askatasuna, ripercorrendo quanto accaduto il 18 dicembre e nei giorni immediatamente successivi.
Nel suo intervento, il primo cittadino ha ricostruito il percorso intrapreso dall’Amministrazione comunale per arrivare a un possibile patto di collaborazione per la gestione dell’immobile, nell’ambito del regolamento sui beni comuni. Un percorso che, ha sottolineato Lo Russo, nasceva dalla volontà politica di affrontare una questione rimasta irrisolta per quasi trent’anni.
“La nostra Amministrazione – ha spiegato – si è fatta interprete di una linea di dialogo con la società e con i movimenti sociali che è nelle corde di una città come Torino, profondamente democratica e antifascista”. Un dialogo che, secondo il Sindaco, è stato portato avanti “con volontà e responsabilità fino in fondo”, utilizzando “ogni strumento possibile di mediazione”.
Lo Russo ha rivendicato la scelta di aver tentato una strada complessa, definendola un atto di responsabilità istituzionale. “Se tornassimo indietro lo rifaremmo – ha affermato – perché governare significa tentare soluzioni. Far finta di niente avrebbe voluto dire rinunciare alla funzione di governo e alla cura del bene comune”.
Il fallimento sarebbe stato non averci provato
Il Sindaco ha poi chiarito che quanto avvenuto il 18 dicembre non è dipeso da una scelta politica dell’Amministrazione, ma è stata la conseguenza di atti giudiziari e della violazione di un’ordinanza legata alla sicurezza dell’immobile. “Il fallimento – ha rimarcato – non sta nell’aver tentato una strada difficile. Il vero fallimento sarebbe stato non provarci affatto, scegliendo l’inerzia”.
Ampio spazio è stato dedicato al tema della violenza emersa durante le manifestazioni. Richiamando i valori della Resistenza e della Costituzione, Lo Russo ha difeso con forza la libertà di parola, di dissenso e di espressione, tracciando però una linea netta: “La libertà non può mai essere libertà di praticare la violenza, di danneggiare beni pubblici e privati, di colpire persone, istituzioni o organi di informazione”.
Il Sindaco ha condannato con fermezza gli episodi di violenza avvenuti durante e a margine dei cortei delle ultime settimane, inclusi gli attacchi a sedi di giornali e organi di formazione, definendoli “presidi fondamentali di democrazia e libertà”. Analoga condanna è stata espressa per quanto accaduto durante il corteo del 20 dicembre, episodi che – ha sottolineato – hanno provocato gravi disagi a cittadini e commercianti in un periodo particolarmente delicato come quello natalizio, compromettendo anche la credibilità delle manifestazioni pacifiche.
Solidarietà è stata espressa alle forze dell’ordine, chiamate a operare in un contesto complesso. Al tempo stesso, Lo Russo ha ribadito un principio cardine dello Stato di diritto: “Le responsabilità penali sono sempre personali”, mettendo in guardia dalle generalizzazioni e ricordando come in passato frange violente abbiano sfruttato contesti di tensione per alzare il livello dello scontro.
Lo scontro col governo
Nel suo intervento non è mancata una presa di distanza netta dalle posizioni del Governo. Da sindaco di una città Medaglia d’Oro della Resistenza, Lo Russo ha dichiarato che Torino “dissente profondamente dalle scelte e dall’impostazione culturale di questo Governo”, criticando l’uso del tema dell’ordine pubblico come strumento di propaganda politica. “Le dichiarazioni di tolleranza zero o di ruspe sui centri sociali – ha detto – non aumentano la sicurezza né la coesione sociale, ma alimentano paure e semplificazioni pericolose”.
Secondo il primo cittadino, alcune dichiarazioni di esponenti dell’esecutivo sulla vicenda torinese rispondono alla necessità di distogliere l’attenzione da problemi strutturali come il calo del potere d’acquisto, la sanità, le pensioni e l’assenza di una politica industriale. Una strada che Lo Russo ha escluso di voler seguire, rivendicando il rispetto delle istituzioni e dei valori costituzionali.
Guardando al futuro di corso Regina 47, il Sindaco ha confermato la volontà dell’Amministrazione di mantenere nell’area uno spazio a vocazione sociale pubblica, aperto al quartiere, alle famiglie, ai giovani e a chi oggi fatica a trovare risposte, con servizi di prossimità e attività culturali e formative.
In chiusura, Lo Russo ha rivolto un appello alla città, alle istituzioni e alle forze politiche ad abbassare i toni. “Alzare il livello dello scontro o radicalizzare – ha concluso – non colpisce questa Amministrazione ma Torino stessa, rischiando di vanificare quanto di positivo la città sta costruendo sul terreno della convivenza, della coesione sociale e dello sviluppo. Le parole sono importanti: costruiscono o distruggono. E in tempi come questi la responsabilità di tutti è massima”.
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