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Mauro Ermanno Giovanardi e Massimo Recalcati sul palco del Fòl Fest di Collegno
Musica e psicoanalisi si incontrano a Collegno: una serata intensa con Giovanardi e Recalcati al Fòl Fest 2025. Emozione, riflessione e cultura

COLLEGNO – L’incontro tra Mauro Ermanno Giovanardi e Massimo Recalcati, all’interno dell’edizione 2025 della Collegno Fòl Fest, ha dato vita a una serata straordinaria dove il linguaggio della musica e quello della psicoanalisi si sono intrecciati in un dialogo profondo sul disagio contemporaneo. Prima Mauro Ermanno Giovanardi e Marco Carusino con “Quando cantavo dov’eri tu?” e dopo il celebre psicanalista Massimo Recalcati con la lectio magistralis “Ipercollegati e scollegati: il disagio giovanile contemporaneo”, in un contesto particolarmente significativo che trasforma un luogo storicamente legato alla sofferenza mentale in simbolo di accoglienza e riflessione.
Il concerto: emozione allo stato puro
Le premesse per una serata indimenticabile c’erano tutte, bastava leggere direttamente le sue parole:
“Ecco, in questo titolo dal sapore vagamente wertmülleriano, c’è tutta l’essenza di questa serata. Un verso di una canzone firmata da Pasolini/Modugno, il titolo di una raccolta di poesie della Merini, e lo zampino di Shakespeare. Perché un amico scrittore mi raccontò che in realtà Pasolini per il testo di “Cosa Sono Le Nuvole” non scrisse proprio tutto. Alcuni passaggi li prese direttamente dall’Otello. E proprio il verso “Tutto il mio folle amore”, non arriva direttamente dalla penna dello scrittore friulano ma da quella del drammaturgo inglese.
Questa serata preparata appositamente per questa edizione del FòlFest è un mix, un continuo gioco di parole, che si rincorrono, si mischiano e si confondono in un insolito Cabaret del Cuore. E soprattutto cerca di dare delle risposte alla domanda iniziale.
Come un ninfomane emozionale cercherò per quanto mi è possibile, di trasportarvi in questo viaggio in versi“.
Mauro Ermanno (Joe) Giovanardi, figura di spicco della scena musicale italiana fin dai tempi dei La Crus, si è presentato in una veste intima e raccolta, ma sempre caratterizzato dalla potenza evocativa della sua voce. Accompagnato in questo concerto dal chitarrista Marco Carusino, da tempo un duo acustico consolidato e di rara efficacia. Il repertorio ha saputo bilanciare magistralmente i brani storici dei La Crus con le sue composizioni soliste e alcuni classici della canzone d’autore italiana. Ne citiamo alcune, “Io confesso”, “Come ogni volta”, “Nel centro di Milano”, ancora “Desìo (Il Rumore Del Mondo)” e dal nuovo album “Proteggimi da ciò che voglio”.
Particolarmente toccante l’inserimento di letture scelte di grandi autori come Pasolini, Merini e Tondelli, che hanno creato un ponte poetico tra le canzoni, elevando il concerto a una dimensione quasi teatrale. La scelta del duo acustico si è rivelata azzeccata: ha permesso alle parole di emergere con chiarezza cristallina, mentre la musica diventava il veicolo perfetto per esplorare le fragilità e le contraddizioni dell’animo umano. Toccante sul finale il ricordo di Paolo Benvegnù, recentemente scomparso, con una bellissima esecuzione di “Rosemary Plexiglas” cover degli Scisma, storica band di Paolo.
La lectio: uno sguardo lucido sui giovani di oggi
Massimo Recalcati ha offerto una lettura illuminante del malessere giovanile contemporaneo, identificando con precisione chirurgica i due volti del disagio: la sregolazione pulsionale e il ritiro sociale. Come ha sottolineato in recenti interventi, “Il nuovo disagio giovanile non è una malattia”, ma un fenomeno complesso che richiede strumenti di comprensione specifici. La sua analisi, supportata da anni di ricerca sui “nuovi sintomi” adolescenziali, ha fornito al pubblico strumenti preziosi per decifrare una realtà sempre più pressante: oltre il 32% dei giovani italiani tra i 20 e i 34 anni è disoccupato o sottoccupato, il 42% lavora con contratti precari, dati che aiutano a comprendere le radici strutturali del disagio contemporaneo. Il linguaggio, pur rimanendo rigoroso dal punto di vista scientifico, è risultato accessibile e coinvolgente, dimostrando ancora una volta la capacità di Recalcati di rendere la psicoanalisi un sapere vivo e attuale.
Un binomio vincente
L’accostamento tra questi due momenti non è stato casuale: la musica di Giovanardi ha preparato emotivamente il terreno per le riflessioni di Recalcati, creando un percorso che dalla bellezza artistica conduce alla comprensione del reale. In un contesto come quello della Collegno Fòl Fest, che riconosce alla fragilità psichica il “diritto di cittadinanza” e rimarca il valore dell’inclusione, questa serata ha rappresentato un momento di particolare significato. La scelta di affrontare il tema del disagio giovanile in un luogo che ha vissuto “momenti bui” legati alla malattia mentale, ma che oggi si trasforma in “simbolo di accoglienza e riflessione”, amplifica il valore di un evento che lascia il segno, capace di parlare tanto al cuore quanto alla mente.
Un evento imperdibile che dimostra come cultura alta e accessibilità possano convivere in perfetto equilibrio, realizzato peraltro nell’antico chiostro della Certosa di Collegno, un luogo in cui storia e misticismo si fondono. Un plauso agli organizzatori del Fòl Fest, e all’amministrazione del Comune di Collegno, con Asl TO3, Arci Valle Susa-Pinerolo APS, Cooperativa Il Margine/Orto che cura e Lavanderia a Vapore, con il sostegno e il patrocinio di UniVerso programma culturale dell’Università degli Studi di Torino. Tutti insieme hanno creato un evento difficilmente ripetibile, ma ci aspettiamo qualcosa di grande anche per il prossimo anno. Il Fòl Fest continua e tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale https://www.collegnofolfest.it/programma/ e sui canali social https://www.facebook.com/collegnofolfest. Foto e report Paolo Pavan/QP
Foto e report Paolo Pavan/QP
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