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CronacaTorino

CasaClara chiude: addio alla gelateria simbolo di rinascita in via Stradella a Torino

Dopo sette anni, cala il sipario su un progetto amato

Alessia Serlenga

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TORINOCasaClara la gelateria-caffetteria di via Stradella 187, chiuderà alla fine dell’estate. Ad annunciarlo un post sui social: “Ho dato tutto: soldi, tempo, amore, anima. Ma la luce, qui, non interessa a nessuno”.

Sette anni fa, quel tratto di via Stradella, oggi frequentato da famiglie e giovani, era tutt’altro scenario. L’edificio che ospita CasaClara era noto come “Delta House”, una delle occupazioni simbolo dell’antagonismo torinese. Attorno, spaccio, insicurezza, degrado.

E invece Silvia Wdowiak, 49 anni, ha deciso di investire proprio lì, nel cuore difficile di Borgo Vittoria. “Avrei potuto aprire in centro – racconta – e guadagnare molto di più. Ma ho creduto in questo quartiere”.

CasaClara non era solo una gelateria. Era un presidio sociale, un luogo dove la luce restava accesa anche quando tutto intorno calava il buio. Collaborazioni con l’Asl, con Casa Ugi, iniziative solidali come quella per il piccolo Mirko, il bambino malato di tumore che nel 2023 ha ispirato una mobilitazione di supereroi al Regina Margherita. Tanti premi, tante persone. Ma anche tanta solitudine.

Nel suo post, Silvia non le manda a dire: “Vi meritate il degrado, gli spacciatori, l’abbandono. CasaClara non chiude per stanchezza, ma perché combattere da sola contro l’indifferenza è una guerra persa”.

Il riferimento è anche alla mancanza di aiuti pubblici: nessun sostegno durante i lavori su corso Grosseto, né accesso a fondi del Pnrr, né sgravi fiscali. Intanto, i dipendenti subiscono insulti, i prezzi vengono contestati, e il senso di abbandono cresce.

Eppure CasaClara ha lasciato un segno. Lo sa bene anche Chiara Appendino, ex sindaca e oggi deputata, che spesso faceva tappa nella gelateria. Lo sa chi ha partecipato agli eventi, chi ha sostenuto il progetto, chi ha creduto – anche solo per un gelato – che si potesse cambiare un angolo di città.

“Ora basta”, conclude Silvia. Ma poi aggiunge: “Il mio è un grido d’aiuto. Spero qualcuno lo ascolti. Perché CasaClara non deve chiudere. Ma così com’è, nessuno la vuole davvero”.

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