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Per le torture nel carcere di Cuneo in 14 andranno a processo nel 2026, sei sono agenti di polizia

La prima udienza è fissata per il 28 gennaio 2026

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CUNEO – Sono state accolte, dal gup del tribunale di Cuneo Edmondo Pio, le richieste di rinvio a giudizio formulate dalla procura per tutti i quattordici indagati nell’inchiesta sulle presunte violenze ai detenuti del carcere di Cerialdo avviata nel 2023.

Tra loro ci sono anche sei agenti di polizia penitenziaria: su di loro pende l’imputazione più grave, quella di tortura. Le accuse, a vario titolo, includono lesioniabuso di autoritàfalso e omissione di atti d’ufficio. Tra le persone per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio figura anche un medico del carcere. Quattro imputati hanno formulato richiesta di rito abbreviato.

Tra gli imputati figura anche l’ex comandante Caterina Froio, indagata per omissione di atti d’ufficio. La prima udienza del processo è fissata per il 28 gennaio 2026.

La spedizione punitiva

Le presunte vittime delle violenze sarebbero otto detenuti di origine indiana, pakistana ed egiziana. L’episodio più grave risalirebbe alla notte tra il 20 e il 21 giugno scorso, quando alcuni agenti, pur essendo fuori servizio, sarebbero entrati nella cella 417 del padiglione “Gesso” per una spedizione punitiva contro cinque detenuti pakistani. Questi sarebbero stati colpiti con calci e pugni al volto per aver protestato contro la mancata assistenza a un compagno malato nella cella vicina.

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