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CronacaTorino

Fritto misto gate, per l’ex caporedattore della Stampa Ferrua arriva il patteggiamento

La vicenda si è conclusa con cinque patteggiamenti e la possibilità di convertire le pene detentive in pene pecuniarie

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TORINO – Si è concluso quello che è stato definito Fritto misto gate e di cui vi abbiamo dato conto approfonditamente già tempo fa. Si tratta  dell’indagine che coinvolge Luca Ferrua, ex caporedattore della Stampa ed ex direttore de Il Gusto, il giornale e sito del gruppo Gedi dedicata al mondo dell’enogastronomia, la Rosfert società di eventi e promozione turistica di cui Ferrua era socio al 50%, e Giuseppe Carlevaris e Alessandro Zanon, ex presidente e ex direttore di VisitPiemonte DMO la società in house della Regione Piemonte e di Unioncamere Piemonte che si occupa della valorizzazione turistica e agroalimentare del territorio.

La vicenda si è conclusa con cinque patteggiamenti e la possibilità di convertire le pene detentive in pene pecuniarie: tra 4 mila e 7 mila euro per Luca Ferrua, Maria Rosaria Ursillo, amministratrice della Rosfert srl, il consigliere comunale di Baldissero Federico Costa, Giuseppe Carlevaris e Alessandro Zanon.

Erano accusati di truffa e turbativa d’asta. Li hanno difesi gli avvocati Luigi Chiappero, Fabio Martinetto, Silvia Coda e Cosima Marocco. L’ipotesi di reato di corruzione, inizialmente avanzata dalla procura, era caduta già durante le indagini preliminari.

L’inchiesta

L’inchiesta è partita da Paola Chiesa, una consigliera di minoranza e vicesindaco a Baldissero che aveva presentato un esposto alla Procura e alla Corte dei conti dato che dopo un accesso agli atti, si era insospettita per i preventivi “elevati, generici e identici alle fatture finali con 10 mila euro di rassegna stampa, 7.400 per un video promozionale e 4.500 di campagna sui social network.

Ciò che non quadrava era la sproporzione tra i costi e il risultato: in paese non è mai stata affissa una locandina e sui social sono stati fatti un paio di post, chi ha partecipato alla cena ha pagato il conto a prezzo pieno”. L’organizzazione della manifestazione era stata affidata a un’associazione locale supportata operativamente dalla Rosfert che avrebbe ricevuto sostanziosa parte del budget previsto per l’evento di 69 mila euro. Di fatto l’evento non si è mai svolto.

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