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MARTE, il simulatore piemontese che ricrea il Pianeta Rosso

MARTE è l’acronimo di siMulatore di Atmosfera, gRavità, Temperatura e campo MagnEtico

Gabriele Farina

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TORINO – Il Piemonte guarda sempre più allo spazio con il progetto MARTE, un avanzatissimo simulatore ambientale pensato per riprodurre in laboratorio le condizioni estreme del Pianeta Rosso. L’iniziativa, finanziata dal Programma Regionale F.E.S.R. 2021/2027 e sostenuta da Regione Piemonte e Finpiemonte, vede l’Università di Torino come partner scientifico insieme al Politecnico di Torino, alla capofila Lazzero Tecnologie e all’azienda Fri.med.

Un laboratorio per studiare la vita… su Marte

MARTE è l’acronimo di siMulatore di Atmosfera, gRavità, Temperatura e campo MagnEtico del pianeta Marte: un nome che racconta già l’ambizione del progetto. Si tratta di una camera hi-tech, progettata a partire da un’idea del professor Massimo Maffei del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, in grado di replicare fedelmente i principali parametri ambientali marziani.

Il simulatore è capace di ricreare:

  • un’atmosfera rarefatta ricca di CO₂, simile a quella marziana;
  • temperature glaciali fino a –40°C;
  • cicli di luce e oscurità controllati con una lampada specifica per la crescita delle piante;
  • assenza di campo magnetico, eliminando quello terrestre per simulare le condizioni del pianeta;
  • gravità ridotta, ottenuta grazie a una Random Positioning Machine che riproduce i livelli gravitazionali di Marte.

Una vera e propria “capsula marziana” che permetterà agli scienziati di osservare come piante, germogli, licheni, microorganismi ma anche materiali e componenti tecnologici reagiscano in un contesto extraterrestre.

Ricerca, esplorazione e industria: gli obiettivi del progetto

Gli ambiti di applicazione sono molteplici. Il simulatore fornirà dati cruciali per l’astrobiologia, aiutando a comprendere come la vita terrestre possa adattarsi altrove e aprendo la strada a future missioni umane sul Pianeta Rosso. Allo stesso tempo costituirà un banco di prova per l’industria aerospaziale, permettendo di testare – anche tramite analisi spettroscopiche – componenti elettronici, meccanici e strutturali destinati allo spazio.

Inoltre MARTE sarà un hub formativo per le nuove generazioni di ricercatori e ingegneri, offrendo un accesso diretto a tecnologie all’avanguardia e a scenari di ricerca unici in Italia.

Il professor Maffei sottolinea come il progetto avrà ricadute anche sul mondo produttivo terrestre: “Si potranno sviluppare nuove tecnologie e sperimentare materiali utili anche in molti ambiti terrestri che richiedono prestazioni elevate. L’innovazione generata potrà tradursi in brevetti e nuove forme di proprietà intellettuale”.

Una sinergia tutta piemontese

MARTE nasce dalla collaborazione tra eccellenze scientifiche e industriali del territorio.
Lazzero Tecnologie coordina il progetto e mette in campo la propria esperienza nell’ingegnerizzazione della camera a vuoto; Fri.med contribuisce con il sistema frigogeno dedicato alle basse temperature; l’Università di Torino e il Politecnico di Torino garantiscono il supporto scientifico e la validazione sperimentale.

Un ecosistema virtuoso che rafforza il ruolo del Piemonte come polo di ricerca e innovazione nel settore aerospaziale, capace di guardare ben oltre i confini del nostro pianeta.

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