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Federalberghi Torino è contraria all’aumento della tassa di soggiorno: “a pagare siano soltanto le attività e i clienti della ricettività”

“Auspichiamo finalmente l’apertura dei servizi interni alla clientela che non soggiorna nelle strutture ricettive”

Sandro Marotta

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TORINO – “Federalberghi Torino esprime la propria contrarietà all’aumento della tassa di soggiorno di cui si è discusso stamani in Giunta comunale”: inizia così una nota dell’associazione Federalberghi, che rappresenta gli imprenditori turistico-alberghieri della provincia di Torino.

La tassa di soggiorno è quella somma che un utente paga al momento della prenotazione in una struttura ricettiva che si trova sul territorio comunale. La incassano i gestori della struttura e poi la versano al Comune, che si impegna ad investire i proventi in attività di promozione turistica. Le tariffe variano da un minimo di 1 euro a testa per gli ostelli a 5 euro per gli alberghi di lusso.

La delibera dell’assessora al Bilancio in Comune, Gabriella Nardelli, vorrebbe aumentare di 70 centesimi la tariffa per gli alberghi (tranne i 5 stelle che manterranno il prezzo di cinque euro a notte) e 1,50 per gli affitti privati (Airbnb e simili).

“Registriamo con disappunto la decisione della Giunta comunale di incrementare la tassa di soggiorno. A fronte dell’aumento di interesse, non solo turistico, verso le nostre destinazioni – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – si evidenzia come a pagare siano soltanto le attività e i clienti della ricettività. Confidiamo che al danno non si aggiunga la beffa, per questo motivo auspichiamo finalmente l’apertura dei servizi interni alla clientela che non soggiorna nelle strutture ricettive, misura che potrebbe dare slancio all’attrattività di investimenti oltreché finalmente una possibilità di effettiva restituzione alla cittadinanza di quel valore aggiunto che le nostre imprese producono”.

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