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CronacaTorino

Il gioielliere di Grinzane Cavour Roggero invoca la legittima difesa, ha ucciso due rapinatori e ferito un terzo

Oggi in aula a Torino a parlare è stato proprio Roggero che ha invocato la legittima difesa

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TORINO – Prosegue il processo che vede imputato Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour condannato a 17 anni di reclusione per l’omicidio di due rapinatori che avevano preso di mira il suo negozio, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, oltre al tentato omicidio di Alessandro Modica.

La legittima difesa, Roggero si difende in aula

Oggi in aula a Torino a parlare è stato proprio Roggero che ha invocato la legittima difesa: “Ho agito per legittima difesa, volevo salvare mia moglie e scongiurare il rischio che, sapendo di essere stati visti, tornassero in negozio a ucciderci. Ho solo voluto proteggere la mia famiglia”. Sono le sue parole riportate da Ansa. La sua giustificazione, infatti è sempre stata quella di aver agito perché temeva che i rapinatori avessero sequestrato sua moglie e, pertanto, non spinto dalla volontà di uccidere nessuno.

Roggero ha ripercorso la dinamica della rapina del 28 aprile 2021 a partire dall’irruzione di Mazzarino e Spinelli, armati l’uno con un coltello e l’altro con una pistola giocattolo: nella colluttazione, dice, “tanto Spinelli quanto Mazzarino hanno perso la mascherina e mostrato i loro volti. Li avevamo visti in faccia e questo ci ha spaventati tremendamente. Leggevo nei loro volti una profonda collera oltre alla consapevolezza, a quel punto, di poter essere successivamente identificati e riconosciuti”.

“Ho sparato un colpo alla portiera anteriore sinistra per spaventarli, temendo di colpire mia moglie: mai e poi mai avrei sparato ad altezza d’uomo”. A quel punto si sarebbe accorto che Spinelli gli aveva puntato addosso la pistola: “Ho esploso il colpo per salvarmi la vita, pensavo ci fossimo sparati contemporaneamente”. Il gioielliere, dice, temeva che anche Mazzarino e Modica fossero armati.

Davide Greco, il magistrato che sostiene l’accusa insieme al collega Giancarlo Avenati Bassi, aveva invece sostenuto che quella di Roggero “non fu legittima difesa, fu una illegittima vendetta“. La procura generale aveva quindi chiesto la conferma della sentenza di primo grado che ha condannato Roggero a 17 anni di carcere.

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