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CronacaVercelli

Vercelli, sequestro da oltre mezzo milione di euro: patrimonio illecito riconducibile a un detenuto considerato socialmente pericoloso

Attraverso l’analisi dei conti correnti personali e di quelli riconducibili a soggetti a lui vicini, gli investigatori hanno individuato un patrimonio considerato incompatibile con i redditi dichiarati

Gabriele Farina

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VERCELLI – La Guardia di Finanza di Vercelli ha eseguito un sequestro di beni mobili per un valore complessivo superiore ai 500 mila euro nei confronti di un uomo attualmente detenuto, ritenuto dalle autorità “socialmente pericoloso”. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Torino – Sezione Misure di Prevenzione su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli, nell’ambito delle misure previste dal Codice Antimafia (D. Lgs. 159/2011).

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle vercellesi, hanno permesso di ricostruire in modo dettagliato gli investimenti effettuati dal soggetto nell’arco degli ultimi vent’anni. Attraverso l’analisi dei conti correnti personali e di quelli riconducibili a soggetti a lui vicini, gli investigatori hanno individuato un patrimonio considerato incompatibile con i redditi dichiarati nel periodo preso in esame. Gli incrementi patrimoniali, quantificati in oltre mezzo milione di euro, sono stati giudicati privi di giustificazione economica lecita.

Gestione occulta di attività commerciali

Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato non solo la serialità delle condotte delittuose del proposto ma anche l’esistenza di una gestione occulta di attività commerciali. Alcune imprese, formalmente intestate a terzi – tra cui lo stesso coniuge – sarebbero infatti state direttamente controllate dall’indagato, che ne avrebbe tratto benefici economici in maniera dissimulata.

Il decreto di sequestro ha portato finora al blocco di diversi veicoli intestati al soggetto e di beni rinvenuti all’interno di un locale notturno che, pur non risultando ufficialmente di sua proprietà, sarebbe stato gestito di fatto dall’uomo.

L’operazione – spiegano dalla Guardia di Finanza – rientra nella più ampia strategia di contrasto all’accumulazione illecita di ricchezze riconducibili a contesti criminali, con l’obiettivo di tutelare il tessuto economico sano del Paese e impedire che capitali di origine delittuosa possano infiltrarsi nell’economia legale.

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