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Il Piemonte la regione piú colpita dall’influenza. Il picco atteso fra Natale e l’Epifania
Siamo in una fase di circolazione molto elevata del virus influenzale per l’affolamento per lo shopping natalizio

TORINO – Secondo i dati resi noti dal Seremi, il Servizio di riferimento regionale di epidemiologia della Regione Piemonte l’incidenza delle infezioni respiratorie acute a livello piemontese è stata pari a 14.6 casi ogni mille assistiti: la più alta d’Italia e in crescita rispetto alle settimane precedenti.
Sono Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna, le regione più colpite dall’influenza, i cui pronto soccorso sono sotto pressione per assistere i casi piú gravi. In Italia sono 4 milioni i cittadini a letto a causa del virus, con circa 700 mila nuovi casi registrati in una settimana. Si calcola che il virus influenzale abbia colpito 80 mila piemontesi in una settimana.
In attesa del picco
Il picco è però atteso nelle prossime settimane dato che ci troviamo in una fase di circolazione molto elevata del virus influenzale in un periodo in cui città, negozi e luoghi pubblici sono particolarmente affollati per lo shopping natalizio.
Gli esperti prevedono che il picco arriverà tra Natale e metà gennaio, e che entro la primavera i contagi potrebbero salire fino a 16 milioni, coinvolgendo in modo particolare anche i più piccoli. I più colpiti sono i giovani tra i 5 ed i 14 anni, tra i quali l’influenza è stata catalogata di livello medio alto con febbre anche superiore ai 40 gradi. A rischio anche la popolazione più anziana.
La variante K
La variante piú diffusa è chiamata tecnicamente A/H3N2 J.2.4.1 ma è stata soprannominata variante K. I suoi sintomi sono simili a quelli di una normale influenza, ma questa mutazione sembra eludere meglio il sistema immunitario, risultando più contagiosa nelle sue sette mutazioni. I sintomi sono i classici dell’influenza con febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari, stanchezza e a volte disturbi gastrointestinali. Si manifesta con un inizio brusco e improvviso della febbre, sopra i 38 °C fino a 40 °, con sintomi respiratori come naso chiuso o naso che cola, tosse, gola infiammata, e dolori muscolari o articolari, stanchezza e spossatezza.
I medici ricordano che la vaccinazione è la prima forma di protezione, soprattutto per anziani e soggetti fragili. Poi occorre rafforzare il sistema immunitario, curando alimentazione e microbiota intestinale, con l’aiuto di fermenti lattici, lavarsi spesso le mani, evitare luoghi troppo affollati nei momenti di picco, proteggere bambini, anziani e chi è più vulnerabile eventualmente con mascherine.
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