AlessandriaCronaca
Come funzionava il giro di truffa e sfruttamento a danno delle collaboratrici domestiche scoperto a Valenza
Il titolare della ditta, accusato di sfruttamento delle manodopera e truffa aggravata, non pagava le dipendenti e otteneva lavori dai clienti presentando documenti falsi

ALESSANDRIA – A Valenza, vicino ad Alessandria, la guardia di Finanza ha scoperto una truffa messa in atto da una ditta che si occupava di fornire servizi di pulizia attraverso delle collaboratrici domestiche.
Il totale dei soldi guadagnati e non dichiarati allo stato è di circa 164 mila euro, secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine; questa somma è il risultato di soli due anni di attività illecita. La sanzione a cui va incontro il titolare della ditta è di circa 300 mila euro.
Il meccanismo di truffa era questo: le dipendenti della ditta, 40 in totale, erano assunte con un contratto, che però non veniva quasi mai rispettato ed esse finivano per lavorare molto di più e con compiti molto diversi da quelli per cui avevano accettato la proposta di lavoro; gli stipendi, quando venivano pagati, erano in nero, i bonifici venivano fatti e subito dopo annullati.
I clienti che richiedevano i servizi, venivano rassicurati dal titolare, che diceva loro di rispettare tutte le norme sul lavoro e mostrava documenti falsi per rendersi credibile. La guardia di finanza ha scoperto che in alcuni casi i contratti di assunzione non erano nemmeno firmate dalle lavoratrici stesse.
Tutto questo era mascherato da un altro soggetto, che ricopriva il ruolo di presta nome, a cui era intitolato il conto corrente in cui venivano accumulati i soldi.
Ora il titolare della ditta è accusato di sfruttamento della manodopera e truffa aggravata.
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