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Trasfusioni a domicilio: parte il primo progetto della neonata Fondazione ospedaliera Savigliano Fossano Saluzzo

Un servizio pensato in particolare per chi vive lontano dai centri ospedalieri o ha difficoltà di mobilità

Gabriele Farina

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SAVIGLIANO – Offrire cure direttamente a casa dei pazienti, riducendo disagi e spostamenti per le persone più fragili. È questo l’obiettivo del primo progetto sostenuto concretamente dalla nuova Fondazione Ospedale di Savigliano, Saluzzo e Fossano, che si presenta al territorio con un’iniziativa ad alto valore sociale: le trasfusioni domiciliari.

Un servizio pensato in particolare per chi vive lontano dai centri ospedalieri o ha difficoltà di mobilità, e che ora potrà contare su una nuova figura sanitaria “itinerante”, in grado di affiancare l’ematologo ospedaliero e raggiungere direttamente i pazienti presso le loro abitazioni. L’iniziativa è stata approvata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione lo scorso mercoledì e si è concretizzata con un primo stanziamento deliberato giovedì 12 giugno.

«Assistere il paziente a domicilio è da sempre un nostro obiettivo – commenta il direttore generale dell’Asl Cn1, Giuseppe Guerra – e rientra nella strategia di gestione della cronicità, tanto più complessa in un territorio vastissimo come il nostro, con 173 comuni e oltre 413 mila abitanti. La cura a domicilio migliora la qualità di vita e offre sollievo anche a familiari e care-giver. Per questo siamo grati alla Fondazione: il progetto potrà diventare un modello da replicare».

Il programma, avviato in forma sperimentale fino a fine 2025, prevede fino a 100 prestazioni domiciliari, con l’intenzione di valutarne l’efficacia e, se possibile, potenziarne l’estensione. Nei prossimi mesi l’Asl raccoglierà dati e feedback, per capire in quali territori e condizioni si concentra maggiormente il bisogno, in un’ottica di pianificazione condivisa con i vertici della Fondazione.

«Abbiamo voluto partire da un progetto concreto e a favore dei più deboli – afferma Valeria Vanzetti, presidente della Fondazione –. La trasfusione è un gesto sanitario importante e talvolta invasivo: svolgerlo a casa, in un ambiente psicologicamente più protetto, è un modo per prendersi cura della persona oltre che della malattia».

Nove soci fondatori per un futuro sanitario condiviso

La Fondazione Ospedale di Savigliano, Saluzzo e Fossano è nata per sostenere la sanità territoriale e accompagnare il percorso di creazione del nuovo maxi-polo sanitario dell’Asl Cn1, che andrà a servire l’area nord della provincia di Cuneo. A promuoverla, oggi, sono nove soci fondatori privati, realtà imprenditoriali del territorio che hanno scelto di investire in salute e comunità.

Ai sette membri originari – Albertengo Panettoni, Bertolotto Porte, Vanzetti Engineering, Selghis Calcestruzzi, Egim, Bus Company e Idrocentro – si sono recentemente aggiunte due aziende: Profilmec di Racconigi, rappresentata da Walter Talpo, e Officine Lara di Saluzzo, rappresentata da Mauro Olivetti. Tutti i soci saranno coinvolti anche nella selezione dei prossimi progetti della Fondazione.

Una sinergia pubblico-privato che guarda lontano, e che parte da piccoli, grandi gesti: come portare una trasfusione a casa di chi non può muoversi, con un’assistenza umana e concreta.

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