CulturaTorino
Quando Goffredo Fofi fondò a Torino la rivista di cinema Ombre Rosse
Sua anche l’inchiesta giornalistica “L’immigrazione meridionale a Torino”, rifiutata dall’editore torinese Einaudi per le considerazioni sulla politica della Fiat

TORINO – E’ morto a 88 anni Goffredo Fofi, uno degli intellettuali più importanti del ‘900 italiano. Saggista, critico cinematografico, teatrale e letterario.. Fu lui a rivalutare artisticamente e culturalemente il cinema di Totò, pubblicando il saggio “Totò. L’uomo e la maschera“, con la collaborazione della vedova Franca Faldini. Fu sempre lui a portare in Italia i romanzi erotici di Emmanuelle Arsan, pubblicando per la casa editrice Foprum Editoriale “Emmanuelle”, romanzo ritirato dalla magistratura per oscenità, che sarebbe poi diventato un grande classico.
Molto stretti anche i rapporti di Goffredo Fofi con Torino. Prima scrive l’inchiesta giornalistica “L’immigrazione meridionale a Torino“, rifiutata dall’editore torinese Einaudi per le considerazioni sulla politica della Fiat nei confronti dell’immigrazione e poi pubblicata da Feltrinelli.
Poi è tra i fondatori della rivista di cinema “Ombre rosse“, rivista dai contenuti fortemente schierati dal punto di vista politico e molto vicina ai movimenti studenteschi e operai. Era il 1967 e Ombre rosse nasce all’interno del cineclub dell’Università di Torino. Con Fofi c’erano Paolo Bertetto, Giorgio Tinazzi e Gianni Volpi. Tra i successivi collaboratori Paolo Gobetti, Luigi Manconi, Sandro Petraglia, Lidia Ravera, Gianni Rondolino, Bruno Gambarotta e Stefano Rulli.
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