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Russofilia, russofobia, verità: l’evento cancellato dal Polo del ‘900 si farà il 12 novembre al Circolo La Poderosa

Le polemiche a Torino per la cancellazione dell’evento, che si farà comunque in altro luogo

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TORINO – In una Torino distratta dalle ATP Finals è nato un caso che potrebbe rivelarsi un pericoloso esempio di censura preventiva per l’annullamento dell’evento  “Russofilia, russofobia, verità” che si sarebbe dovuto tenere il 12 novembre presso il Polo del ‘900, che poi è stato annullato dopo le polemiche sollevate da Europa Radicale, supportate da politici come l’eurodeputata del Pd Pina Picierno e il leader di Azione Carlo Calenda.

Le malelingue sostengono che la cancellazione dell’evento è stata supportata anche dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo e dal PD locale tanto che il sindaco sotto la Mole è stato oggetto di un mailbombing. All’evento avrebbero dovuto partecipare lo storico Angelo d’Orsi e il giornalista Vincenzo Lorusso.

Cos’è il Polo del ‘900

Per chi non sapesse bene di cosa si va parlando il Polo del ‘900 si autodefinisce “un luogo con tante anime diverse e una visione condivisa che mette al centro la storia e il pensiero critico per ragionare offrendo occasioni di conoscenza e intrattenimento che mirano al benessere collettivo e alla formazione della coscienza critica per affrontare grandi temi legati all’oggi”. La struttura, presieduta da Alberto Sinigaglia e diretta da Alessandro Rubini, è stata progettata e sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo, Città di Torino e Regione Piemonte, e accoglie 26 enti che si occupano della ricerca storica, sociale, economica e culturale del Novecento e nella salvaguardia dei valori della resistenza, della democrazia e delle libertà, mettendo a disposizione del pubblico spazi per eventi, mostre e spettacoli, sale lettura, biblioteche e archivi, una caffetteria, un cortile. Nonostante questo ha voluto cancellare l’evneto che aveva come sua presentazione “la guerra in Ucraina ha avuto come conseguenza lo svilupparsi di una diffidenza per tutto ció che è russo: culura, arte, letteratura con toni a volte grotteschi. In realtà la pace passa attraverso il dialogo e non com il rifiuto della cultura”.

La cancellazione dell’evento

Il risultato della cancellazione dell’evento è stato come sempre di amplificarne la portata e quindi uguale e contrario.

Infatti nella giornata di domenica 9 novembre Angelo D’Orsi annunciava che l’incontro si realizzerà comunque a Torino mercoledi 12, alle ore 21, in via Salerno, 15A, nei locali del circolo La Poderosa con la partecipazione anche di Alessandro Di Battista e Moni Ovadia.

Gramsci scriveva che i censori sono innanzi tutto stupidi. E questo caso che mi riguarda lo conferma alla grande. La mia conferenza si sarebbe svolta tranquillamente (a parte qualche drappello di guastatori nazi-radical-ucraino, prevedibile), e avrei parlato a 50-100 persone. Ora, grazie ai miei censori, la conferenza si farà lo stesso, ma il pubblico sarà moltiplicato. E interverranno, sia per solidarietà verso il sottoscritto, sia per esprimere il loro dissenso rispetto all’accaduto, e la loro preoccupazione per la deriva parafascista in atto in Italia, oltre a Vincenzo Lorusso, già previsto, Alessandro Di Battista e Moni Ovadia. Che desiderare di più? Alessandro Barbero si è messo a disposizione, ma organizzeremo un altro incontro, sotto forma di pubblico dialogo con me, prossimamente. Ribadisco il mio ringraziamento a coloro che continuano a inviare messaggi e a scrivere sulle reti sociali, o in vari organi on line o cartacei. Pubblicherò alcuni di questi interventi. Per ora invito a essere presenti mercoledi 12, ore 21, in via Salerno, 15A, Torino, nei locali del circolo La Poderosa.

Dato che è attesa una importante presenza di partecipanti l’evento sarà trasmesso anche via Facebook e Youtube.

Aggiornamenti

In sindaco di Torino in una nota: Ho personalmente chiarito al professor D’Orsi che il Comune non ha avuto alcun ruolo nella vicenda

Il comunicato integrale di Angelo D’Orsi

La mia conferenza Russofobia, russofilia, verità, prevista il 12 novembre a Torino nei locali del Polo del ‘900 è stata inopinatamente annullata. L’accusa che “spiega” l’annullamento è la stessa che ha impedito al direttore d’orchestra russo Gergiev, al baritono Abdrazaov, per citare solo gli ultimi episodi di cronaca, ossia di fare “propaganda”. E quindi senza neppure aspettare che io tenga la mia conferenza vengo poco democraticamente silenziato in nome della democrazia, di cui l’Occidente sarebbe il faro, mentre la Russia di Putin affoga nella “autocrazia”.
Chi sono io? Sono un “terrone” (salernitano) e vivo a Torino dal 1957, e vi ho compiuto tutti gli studi dalle Medie all’Università dove mi sono laureato con Norberto Bobbio. Sono stato professore ordinario di Storia del pensiero politico nell’ateneo cittadino, e ho insegnato nelle Facoltà di Scienze politiche e di Lettere e Filosofia, diverse altre discipline. Ho collaborato alla creazione dell’Archivio storico dell’ateneo e ho inventato e diretto per un quindicennio i “Quaderni di Storia dell’Università di Torino”. E tra i miei libri ve n’è uno, molto corposo, specificamente dedicato alla nostra università (Allievi e maestri. L’università di Torino tra 800 e 900).
Ho 43 anni di docenza alle spalle, senza contare gli ultimi tre anni nei quali sono stato docente a contratto al Politecnico. Ho presieduto per anni il più importante corso di laurea della mia Facoltà, quello in Scienze politiche. Di Torino ho studiato la storia culturale pubblicando opere rimaste come pietre miliari, a cominciare da La cultura a Torino tra le due guerre (2000) il libro più discusso in quell’anno, vincitore di premi importanti. Ho scritto la biografia dei tre iconici intellettuali del 900 che hanno operato sotto la Mole: Antonio Gramsci, Leone Ginzburg e ultimo Piero Gobetti, che uscirà in libreria tra qualche mese. Ho fondato e diretto le riviste “Historia Magistra” e “Gramsciana” che escono tuttora e sono considerate testate autorevoli a livello internazionale.
Sul piano della milizia civile, dopo essere stato redattore capo del glorioso foglio di GL “Resistenza”, ho fondato e diretto “Nuova Sinistra” e, anni dopo, “Nuvole”, che poi ho abbandonato. Giornalista pubblicista del 1971 (ho ricevuto la targa per i decani dei giornalisti piemontesi”), ho collaborato intensamente per un ventennio al quotidiano “La Stampa” e ad altri quotidiani (“Corriere della Sera”, “Il Sole 24 ore”, “Il Manifesto”). Ho pubblicato oltre 50 volumi, e miei scritti sono usciti in inglese francese, spagnolo, portoghese, tedesco, serbocroato: è appena stata pubblicata la traduzione spagnolo della mia biografia di Gramsci, per citare solo l’ultimo esempio.
Ho preso parte, sempre, alla vita culturale e al dibattito civile e politico, da indipendente, in città e sul piano nazionale Sono stato anche, sempre come indipendente, candidato sindaco di una coalizione di sinistra. Le mie posizioni di sinistra sono note a tutti, e non tocca a me sottolineare il mio peso di studioso e di intellettuale, ma credo sia universalmente riconosciuto.
Ebbene, non avrei mai (e dico mai) potuto immaginare che venisse annullata una mia conferenza nella mia città. Era previsto anche un collegamento dal Donbass con un giornalista italiano, Vincenzo Lorusso, in quanto autore di un recente volumetto intitolato De “russophobia”, quindi persona informata e qualificata per parlare. Ma questo era un “di più”: il cuore dell’incontro annullato era precisamente la mia conferenza.
Dopo un comunicato di una ignota associazione ucraina e di una sigla legata al Partito radicale (che, ricordo, ha sempre sostenuto le forze di estrema destra nei Balcani e ora in Ucraina, contribuendo a far scarcerare il responsabile dell’omicidio del nostro fotoreporter Andrea Rocchelli, nel Donbass), è scesa in campo la ben nota Pina Picierno (che ricopre la carica di vicepresidente del Parlamento UE), la quale e ha chiesto anzi ingiunto al sindaco di Torino di far annullare l’evento. Così è avvenuto. E io l’ho saputo da un post gongolante della stessa signora, prima che gli organizzatori me lo comunicassero.
Ora mi aspetto che la ministra dell’Università venga al mio fianco e mi faccia tenere la conferenza come ha fatto con rulli di tamburi e squilli di trombe con Emanuele Fiano (al quale nessuno aveva vietato di tenere conferenza, ma era stato contestato dagli studenti, cosa ben diversa e che dopo l’episodio sta girando la Penisola per godere dei frutti di quell’episodio). Mi aspetto che il sindaco di Torino dichiari di non essere intervenuto per bloccare la conferenza. Mi aspetto che l’ANPPIA nazionale che a quanto leggo su agenzie di stampa avrebbe sconfessato la sezione locale, ente organizzatore della conferenza, mi chieda scusa. E aspetto le scuse anche della presidenza e della direzione del Polo del ‘900. Mi aspetto che la segretaria del PD sconfessi la Picierno. Mi aspetto un gesto di solidarietà dal mondo accademico e intellettuale, almeno cittadino.
Temo che nessuno di questi atti avverrà. Perciò chiedo alle testate giornalistiche con le quali ho collaborato in passato o collaboro nel presente, e ai programmi televisivi delle diverse reti di quali sono stato e sono frequentemente ospite di pubblicare questa mia o di darmi spazio per esporre pubblicamente le mie ragioni nel primo momento utile. Che ad uno storico di professione, un accademico “togato”, frequentemente invitato a tenere lezioni in Europa e fuori (le prossime saranno a Parigi, Saragozza, Barcellona, Teheran), venga impedito di tenere una pubblica conferenza è un fatto inaccettabile, di cui sarebbe vergognoso tacere o sarebbe colpevole sottovalutare.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    10 Novembre 2025 at 8:38

    La russofobia è causata dall’attuale regime dittatoriale russo, che alimenta l’odio verso il suo popolo. E’ il regime del dittatore che ha voluto la guerra e che ha illegalmente aggredito l’Ucraina e che sta dimostrando la futilità e la fragilità della dittatura russa, che in quasi 4 anni di guerra non è stata capace di concludere molto di quella che doveva, secondo loro, essere una “operazione militare speciale” di brevissima durata.
    La Russia è al collasso e il suo esercito sempre più disperato, senza mezzi e senza equipaggiamento. I russi, da vigliacchi quali sono, preferiscono uccidere i civili.
    Poi ci si domanda perchè ci sia la russofobia. Usate un parte dei soldi destinati al riarmo dell’Europa per istituire una taglia sulla testa del dittatore russo e vedrete che la guerra finirà in pochissimo tempo.

  2. Gianni

    10 Novembre 2025 at 10:49

    La verità fa male. Uno si aspetterebbe che in democrazia non ci sia la censura, in realtà dall’italia all’europa sono tutti terrorizzati dalla verità tanto da istituire il “ministero della verità” . La “democrazia” è alla canna del gas. Pensavano che il dittatorello di kiev con tutta la nato alle spalle avrebbe vinto nel giro di qualche mese… così ci dicevano i giornaloni… e invece, l’europa è deinsustrializzata, il prezzo della vita è alle stelle, le spese per il sociale, sanità, educazione in un buco nero… come le pensioni che forse non vedremo mai… solo i soldi per kiev sono infiniti, naturalmente sottratti al welfare degli onesti cittadini europei che si fanno un mazzo tanto al lavoro per stipendi da fame.

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