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CronacaTorino

Extinction Rebellion blocca l’Aerospace and Defence Meeting a Torino: protesta contro industria bellica e crisi climatica

Attivisti incatenati ai cancelli e striscioni sugli edifici per contestare il peso della spesa militare, l’impatto ecologico dei conflitti e il sostegno istituzionale al comparto della difesa

Alessia Serlenga

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TORINO – L’Aerospace and Defence Meeting, in corso all’Oval del Lingotto di Torino, è stata interrotta da un’azione dimostrativa di Extinction Rebellion. Il movimento ambientalista ha organizzato un blocco all’ingresso della struttura, denunciando il ruolo dell’industria della difesa nei conflitti globali e il suo contributo all’aggravarsi della crisi climatica.

Un gruppo è riuscito a introdursi nel cortile dell’Oval poco prima dell’avvio ufficiale della convention, incatenandosi ai cancelli e ai pali per ostacolare l’accesso all’evento. In più punti sono comparsi striscioni che richiamavano la necessità di tutelare il pianeta piuttosto che interessi legati ai confini e alla sicurezza militare. Un altro gruppo ha raggiunto una struttura situata dietro il Palazzo della Regione, da cui è stato esposto un grande telo che collega i finanziamenti al comparto bellico al peggioramento delle crisi ambientali e sociali.

La protesta ha avuto come bersaglio una delle più importanti convention internazionali dedicate all’aerospazio e alla difesa, appuntamento biennale che riunisce imprese e istituzioni impegnate nello sviluppo di tecnologie avanzate, nella ricerca di alleanze commerciali e nella definizione di strategie nel settore militare. Secondo gli attivisti, il sostegno istituzionale a iniziative di questo tipo rappresenterebbe un segnale politico che privilegia la crescita dell’industria bellica nonostante l’aumento dei conflitti e le conseguenze ambientali delle attività militari.

La contestazione si è inserita in un contesto caratterizzato da un incremento significativo della spesa militare nazionale nel corso dell’ultimo decennio. A fronte di investimenti ridotti in ambiti come sanità, istruzione e ambiente, le risorse destinate alla difesa continuano a crescere, con nuove cifre previste anche nell’imminente legge di bilancio. Parallelamente, i dati relativi ai profitti delle principali aziende italiane del settore mostrano aumenti rilevanti, confermando la forte espansione del comparto.

Gli attivisti hanno richiamato l’attenzione anche sull’impatto ambientale globale delle attività militari. In numerosi teatri di conflitto, i territori risultano compromessi per decenni a causa di distruzioni, inquinamento del suolo e delle falde acquifere e dispersione di sostanze tossiche. Diversi rapporti internazionali evidenziano come il degrado ambientale nelle zone di guerra continui ben oltre la cessazione delle ostilità, con conseguenze durature sulla salute, sulla biodiversità e sull’economia dei territori colpiti.

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