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Studio su 28 milioni di persone: nessun aumento di mortalità a 4 anni dopo i vaccini mRNA anti Covid. Anzi, si muore meno

Una delle analisi più ampie mai condotte sul tema smentisce le ipotesi di rischi a lungo termine: tra i 18 e i 59 anni, i vaccinati hanno avuto il 25% in meno di morti rispetto ai non vaccinati nei quattro anni successivi

Gabriele Farina

Pubblicato

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TORINO – Uno dei dubbi più ricorrenti dalla campagna vaccinale anti-Covid riguarda la possibilità di effetti gravi o tardivi dei vaccini a mRNA, tanto da influenzare la mortalità nel lungo periodo.
Un nuovo studio francese pubblicato su JAMA Network Open affronta questa domanda con una scala senza precedenti: quasi 28 milioni di adulti analizzati su un periodo di 4 anni.

I risultati sono netti: nessun aumento di mortalità tra i vaccinati. Al contrario, chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino mRNA ha mostrato tassi di morte inferiori rispetto a chi non si è vaccinato.

Un campione nazionale di dimensioni eccezionali

La ricerca ha preso in esame tutti gli adulti francesi tra i 18 e i 59 anni ancora vivi al 1° novembre 2021.
Il campione finale è stato composto da:

  • 22.767.546 persone vaccinate con almeno una dose mRNA
  • 5.932.443 persone non vaccinate

Il periodo osservato è stato lungo: mediana di 45 mesi (quasi 4 anni), rendendo lo studio uno dei più estesi mai condotti sulla sicurezza dei vaccini nel lungo termine.

Come è stata condotta l’analisi

Per comparare i due gruppi, i ricercatori hanno:

  • utilizzato un modello statistico che corregge per caratteristiche sociodemografiche e 41 comorbilità;
  • assegnato una “data indice” casuale ai non vaccinati, così da renderli confrontabili con i vaccinati;
  • iniziato il conteggio della mortalità 6 mesi dopo la data indice per evitare il cosiddetto immortal time bias;
  • analizzato sia la mortalità totale sia la mortalità per causa specifica (quest’ultima fino al 31 dicembre 2023).

Risultati: mortalità più bassa nei vaccinati, anche escludendo il COVID

Durante il periodo osservato si sono registrati:

  • 98.429 decessi (0,4%) nel gruppo vaccinato
  • 32.662 decessi (0,6%) nel gruppo non vaccinato

I numeri parlano chiaro:

–25% di mortalità per tutte le cause

I vaccinati hanno mostrato un hazard ratio pesato pari a 0,75, cioè un rischio di morte ridotto del 25%.

–74% di mortalità da COVID-19 grave

Il rischio di morire per Covid severo era molto più basso nei vaccinati (wHR = 0,26).

Effetto protettivo anche senza considerare il COVID

Escludendo le morti dovute al virus, la mortalità dei vaccinati restava inferiore, un dato che gli autori interpretano come potenzialmente legato a:

  • maggiore propensione alla prevenzione
  • migliore accesso alle cure
  • minor rischio di complicazioni da infezioni non diagnosticate

Nei primi 6 mesi dopo la vaccinazione la mortalità cala del 29%

La “relative incidence” rispetto alla baseline è risultata pari a 0,71, cioè –29%.

Cosa significa (e cosa no)

I ricercatori sottolineano che:

  • non c’è alcuna evidenza che i vaccini mRNA aumentino la mortalità nel medio-lungo periodo;
  • l’associazione positiva tra vaccinazione e minore mortalità non implica necessariamente causalità, perché lo studio non è randomizzato;
  • i risultati riguardano solo la fascia 18–59 anni, e non possono essere estesi agli over-60 o ai soggetti fragili.

Nonostante questi limiti, lo studio resta uno dei più solidi mai pubblicati grazie all’enorme dimensione del campione e al controllo accurato delle comorbilità.

Conclusione

Secondo gli autori, i dati mostrano in modo consistente che i vaccini mRNA contro il COVID-19 non comportano un aumento di rischio di morte nei quattro anni successivi alla somministrazione. Anzi: nella popolazione 18–59 anni analizzata, sono associati a una significativa riduzione della mortalità totale.

Un risultato che contribuisce a riportare l’attenzione sui fatti, dopo anni in cui il dibattito pubblico è stato spesso dominato da timori e speculazioni non supportate da dati reali.

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