Musica contro il silenzio (sulla Palestina), in centinaia in piazza Carignano a Torino per cantare e suonare
Musica e canto uniti a Torino e in Italia per rompere il silenzio sul massacro in Palestina. Un evento corale per la libertà e i diritti umani
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TORINO – Qualche centinaio di persone, strumenti musicali classici e non convenzionali, e poi la voce, il canto unitario di chi si è ritrovato oggi, domenica 1° giugno in piazza Carignano a Torino per rompere il silenzio su quanto sta succedendo in Palestina da quasi 2 anni.
Il comunicato degli organizzatori:
L’idea nasce a Firenze pochi giorni fa, da un messaggio e un passaparola tra i corridoi del Teatro del Maggio
Fiorentino e dell’Orchestra della Toscana. Qualche scambio su WhatsApp, un incontro in un bar e, nel giro
di poche ore, viene elaborato il primo comunicato, aperto il profilo instagram e quello facebook, vengono
coinvolti amici e colleghi a Genova, Palermo e Bologna, poi si aggiungono da Torino, Milano, Roma.All’inizio doveva essere un semplice flashmob, ma diventa subito un Movimento il cui motto recita “Basta
stare in silenzio, facciamoci sentire!”: nasce così “LA MUSICA CONTRO IL SILENZIO”.Viene deciso di proporre una manifestazione musicale nazionale, in cui musicisti, cantanti, strumentisti,
professionisti, dilettanti, amatori e chiunque voglia partecipare con la propria voce e il proprio ritmo, potrà
intonare insieme agli altri i brani selezionati unitariamente o in funzione delle necessità di ogni piazza: canti
popolari palestinesi, estratti dal Requiem di Mozart (in onore delle vittime del massacro), Bella Ciao (come
canto di Resistenza), e quant’altro la folla voglia cantare.Vuole essere sì una manifestazione apartitica, che accoglie il supporto soltanto dalle associazioni
umanitarie e nate a sostegno della causa palestinese, ma anche una manifestazione assolutamente politica,
nel senso più classico e genuino del termine. Si canterà contro il silenzio delle nostre istituzioni, si suonerà
contro il massacro che sta subendo il popolo palestinese: saremo un’unica voce per la libertà, per la
giustizia e per il diritto sacrosanto di ogni popolo a resistere contro ogni forma di oppressione, sopruso e
violenza.In un paio di giorni l’iniziativa è diventata virale nel mondo musicale italiano, ma non solo. Se ne parla in
tutti i luoghi di musica. Le persone si aggiungono a centinaia sui vari gruppi whatsapp. Migliaia di contatti,
visualizzazioni, followers, nuove città aderiscono ogni giorno e tutti si prodigano per organizzare, chiedere
le autorizzazioni, divulgare, cercare gli spartiti musicali e contribuire all’organizzazione di questo evento,
ognuno con la propria esperienza.Firenze, città da cui è partita l’iniziativa, che crea unità di intenti, azioni e concetti chiave, sarà la prima a
manifestare l’1 giugno in Piazza Santa Maria Novella. Nella stessa giornata Palermo e Torino; seguiranno
Genova, Bologna, Roma, Milano, Cagliari ma si stanno organizzando anche a Bari, Brindisi, Napoli, Como,
Bolzano, Trento, Salerno, Sassari…Venite a suonare con noi! Non serve essere musicisti, serve esserci! Restiamo umani!
La scaletta a Torino è iniziata con Imagine dei Beatles eseguito con fiati, coro e chitarre. Dopo la presentazione, il concerto è continuato con Lacrimosa dal Requiem di Mozart suonato da archi, fiati e accompagnati dal coro. Per far riposare i musicisti e i cantanti si stacca con un interludio in cui vengono lette due poesie. Poi si riparte con Mawtini – Patria Mia – (solo archi), canto scritto dal poeta palestinese Ibrahim Tuqan verso il 1934, in passato inno palestinese e attualmente inno dell’Iraq.
L’intervento conclusivo è seguito da un canto di piazza, forse il più conosciuto canto della resistenza, non solo italiana, ma di tutti i popoli oppressi, dall’Ucraina alla Palestina, senza dimenticare i curdi e gli iraniani e chiunque cerchi di autodeterminarsi come popolo: Bella Ciao.
Video tratto dal profilo Instagram di @luisella_nuovo
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Ardmando
1 Giugno 2025 at 18:53
Maramaglia comunista. Il governo israeliano se ne frega delle ridicole manifestazioni come questa e fa bene. La palestina cesserà di esistere e allora in quelle terre ci sarà pace.