COP30: la protesta. Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte
30 tavoli rovesciati per 30 anni di promesse mancate.
TORINO – 30 tavoli verdi rovesciati davanti al grattacielo della Regione Piemonte, uno per ogni anno di promesse non mantenute.
E poi uno striscione con la scritta “COP30: Tavoli Mancati” e un presidio silenzioso ma altamente simbolico. Questi gli elementi e i motivi della protesta di stamattina degli attivisti di Extinction Rebellion. Mentre in Brasile entra nel vivo la COP30, il summit mondiale sul clima ospitato a Belém, nel mondo si scaldano gli animi. E Torino non è da meno.
Un’immagine volutamente provocatoria: i tavoli – racconta Maria, una delle attiviste in loco – rappresentano le occasioni mancate nella lotta alla crisi climatica e gli obiettivi falliti degli Accordi di Parigi fino agli impegni mancate nelle politiche regionali. Occasioni che, secondo il movimento, riguardano tanto il Governo italiano quanto la Regione Piemonte.
“Promesse infrante e tavoli vuoti”
Secondo Extinction
Rebellion, l’Italia avrebbe boicottato la COP30, non solo per l’assenza fisica della premier Giorgia Meloni, ma anche per le recenti posizioni italiane su varie politiche europee, ritenute troppo restrittive dal Governo.
Gli attivisti contestano in particolare la scelta di non inserire il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici nella legge di bilancio 2025 e la corsa ai biocombustibili, criticata da oltre 100 scienziati. La critica aperta va ai i 70 milioni di euro stanziati dalla Regione Piemonte per l’innevamento artificiale, nonostante decine di impianti sciistici dismessi e un innevamento ormai insufficiente a quote medie.
“In Piemonte – afferma ancora Maria – stiamo letteralmente perdendo le nostre montagne”.
Gli attivisti citano inoltre ondate di calore sempre più intense: nel solo 2025, secondo loro, avrebbero causato 4.500 vittime in Italia, di cui 230 a Torino.
Un dato che evidenzia la percezione crescente di una regione che cambia volto: montagne più fragili, estati più estreme, e risorse economiche che finiscono sotto la lente critica di chi chiede un approccio diverso alla transizione ecologica.

Quali le domande da porsi?
La domanda che Extinction Rebellion pone con forza è semplice ma divisiva:
L’Italia sta davvero facendo il possibile nella transizione climatica?
E soprattutto:
Piemonte e Governo stanno scegliendo politiche efficaci o stanno inseguendo soluzioni destinate a diventare obsolete?
Un tema che inevitabilmente divide: tra chi vede in queste manifestazioni un allarme necessario e chi invece considera eccessiva la pressione dei movimenti ambientalisti, soprattutto in un contesto economico complesso.
Di certo, l’immagine di quei 30 tavoli scaricati all’alba davanti al palazzo della Regione, fa riflettere e sicuramente discutere.
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